Una disciplina nata oltre 1500 anni fa in Cina, in un tempio buddhista ai piedi della catena montuosa del Songshan
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Kung fu è il termine che in Occidente descrive, in modo piuttosto generico, le arti marziali. Questa espressione cinese si può tradurre come “lavoro ben fatto”. La diffusione delle discipline orientali ha due ragioni che risalgono agli anni Settanta del secolo scorso. La prima è il successo cinematografico dell’attore di Hong Kong Bruce Lee che ha conquistato Hollywood con i suoi film marziali, la seconda è la repressione scatenata nella Cina maoista e comunista della cultura tradizionale cinese a cui le arti marziali appartengono. Molti maestri vennero incarcerati e uccisi dalle Guardie Rosse. Alcuni riuscirono a fuggire a Taiwan prima e in Occidente poi creando le prime scuole. Da allora le arti marziali sono piuttosto note in tutto in mondo e negli anni l’interesse è così cresciuto che si sono meglio definite provenienze e origini geografiche. Agli stili cinesi originari si sono aggiunti quelli giapponesi, vietnamiti, coreani e via dicendo.
Tra le discipline più famose e complete c’è lo Shaolin, la cui storia è affascinante. Oltre 1500 anni fa, in un tempio buddhista ai piedi della catena montuosa del Songshan, in Cina, nasceva una disciplina che unisce arte marziale e meditazione, allenamento del corpo ed esercizi per la mente, benessere esteriore e armonia interiore: è lo Shaolin. La storia inizia quando in questo tempio giunse un monaco indiano Bodhidarma, esperto di yoga. Fu lui a insegnare esercizi fisici che potevano ritemprare il corpo dei religiosi le cui attività erano molto limitate dalle lunghe ore di preghiera. I monaci cinesi appresero queste tecniche che vennero via via elaborate e divennero “difensive” quando il monastero cominciò a essere attaccato da briganti ed eserciti nemici. Per lunghi secoli questa disciplina è rimasta confinata in remoti monasteri asiatici, ora invece può essere alla portata di tutti, una pratica quotidiana per aiutarci nelle piccole grandi sfide di ogni giorno. Questa è l’essenza del libro Lo spirito Shaolin edito da Mondadori e scritto da Shi Heng Yi giovane maestro e fondatore dello Shaolin Temple Europe, che propone un percorso pratico, sapienziale e filosofico di avvicinamento ai principali metodi che caratterizzano la tradizione di questa disciplina millenaria. Indicazioni dettagliate, immagini esplicative e insegnamenti che affondano le radici nell'antica saggezza buddhista permettono al lettore di avvicinarsi a una nuova dimensione esistenziale. Il maestro Shi Heng Yi insegna passo dopo passo come regolare la respirazione, come nutrire la nostra mente, l'energia vitale, e come tenerci alla larga dai "cinque impedimenti" (il desiderio dei sensi, l'avversione, l'indolenza, la preoccupazione, il dubbio) che influiscono in maniera negativa sulla nostra vita, intralciando il cammino verso la lucidità e l'autorealizzazione.
Nel libro si spiega che la prima cosa è evitare due errori catastrofici per la vita di ognuno di noi. Non iniziare e non portare a termine. Poi come dice il saggio: “quando l’allievo è pronto il maestro compare”.