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ALLARME RAZZISMO

Yamal in testa alla classifica dell'odio: è il calciatore della Liga che riceve più insulti

Un report dell'Osservatorio iberico lancia l'allarme razzismo: il classe 2007 il più bersagliato

di Redazione
11 Nov 2025 - 15:05

In principio è stato attaccato Samuel Eto'o, poi è toccato a Dani Alves ed ora è la volta di Rodrigo e Lamine Yamal. Anche nel calcio di Spagna il problema razzismo, malgrado le denunce e le campagne di sensibilizzazione, sta diventando sempre più dominante. Negli scorsi giorni El Pais ha riportato i dati di un report dell'Osservatorio iberico sulla xenofobia che ha lanciato l'ennesimo allarme: nel calcio prospera il razzismo.

L'ente spagnolo ha preso in esame, oltre a cori e striscioni negli stadi, anche i dati delle interazioni sui social da parte degli utenti. Il dato più sorprendente è che il maggior numero di insulti li ha ricevuti Lamine Yamal: il giovanissimo attaccante del Barca che - ancora minorenne ha portato la Spagna a vincere l'ultimo Europeo a suon di gol e giocate spettacolari - ha ricevuto il 60% dei messaggi di odio razziale sul web.

Più del doppio del madridista Rodrigo e molto al di sopra di quanti sono stati rivolti a Mbappé, Balde, Brahim Díaz o Inaki Williams. Espressioni come "puto negro morito" e "moro inmundo" hanno riempito i social. La questione non è nuova nel paese dove il fenomeno, nel 2008, raggiunse anche la Formula 1: cori razzisti accompagnarono Lewis Hamilton durante il Gran Premio di Spagna. Nel 2006 durante una partita tra Barcellona e Real Saragozza, Samuel Eto'o fu bersagliato con cori e versi da scimmia. Il campione camerunense minacciò di lasciare il campo ma l'arbitro lo convinse a restare fermando momentaneamente il gioco. "Sembrava che dovessi sentirmi in colpa per essere di colore", ha raccontato anni dopo.

Nel 2014 fece storia la reazione di Dani Alves durante la partita tra il Villarreal ed il Barcellona: un tifoso gli lanciò una banana mentre stava per battere un calcio d'angolo ma il giocatore sorprese tutti mangiando il frutto e trasformando così l'insulto in un gesto di sfida e ironia. Spesso insultato, Vinícius nel 2022 è riuscito a far sospendere dall'arbitro la gara Valladolid-Real fino a quando non sono cessati i cori razzisti. L'attaccante dei blancos ha poi denunciato i tifosi che - per la prima volta nel calcio - sono stati condannati dai tribunali spagnoli per "reati di odio" con pene detentive e divieti di accesso agli stadi.

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In Italia non va certo meglio. Uno dei primi a sollevare la questione fu nel 2005 l'ivoriano Marc André Zoro: durante la partita Inter-Messina fu insultato per 90' dal pubblico di casa. Al 70' fece un gesto eclatante: raccolse il pallone e si diresse verso la linea laterale, intenzionato a lasciare il campo. Fu fermato e sul momento non si diede il giusto peso a quella protesta. Solo nei giorni successivi si aprì un dibattito sul razzismo. Altri casi famosi sono quelli che hanno riguardato Romelu Lukaku più volte bersagliato da cori razzisti a Cagliari e Torino; Kalidou Koulibaly del Napoli nel 2018 e Mike Maignan del Milan più recentemente a Udine.