Le telecronache della Nazionale e delle squadre di club italiane, a cavallo fra gli anni Ottanta e il Duemila, hanno ispirato Giuseppe Malaspina e Antonino Palumbo a raccontare la bellezza e la difficoltà di un mestiere che non tramonta
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Le traiettorie di un vocabolo possono essere imprevedibili come quelle di un pallone. Talvolta lo si pesca da un campo (semantico) per catapultarlo in un altro campo (da calcio), mentre il pubblico rimane con gli occhi e le orecchie incollati davanti a un teleschermo a seguirne le dinamiche. La magia di una telecronaca si regge spesso su questo connubio di immagini e parole, e la maestria di un decano di tale forma di narrazione come Bruno Pizzul è stata in grado di imprimere il proprio stile e di trasmetterlo a diverse generazioni. Due amici e colleghi giornalisti, Giuseppe Malaspina e Antonino Palumbo, hanno raccolto frammenti di questo stile, setacciandone le espressioni più ricorrenti, e hanno riempito gli spazi bianchi fra le pause d’inchiostro con un pizzico di creatività. Ne è venuto fuori un libro, ‘Ed è gol’ (Urbone Publishing, 235 pp) che è un saggio semiserio sul linguaggio del popolare telecronista friulano.
L’obiettivo del lavoro è di restituire al lettore, magari più giovane, la fatica e la passione di un mestiere che obbliga chi lo coltiva a sintonizzare sulla stessa frequenza preparazione e improvvisazione. Una doppia serie di undici capitoli per parte asseconda il viaggio narrativo nelle partite delle squadre di club e della Nazionale che Pizzul ha raccontato con la sua voce, dagli anni Ottanta al Duemila. Ogni titolo selezionato richiama un particolare elemento lessicale adottato dallo storico telecronista e citato nel relativo testo.
Da un avverbio come ‘melanconicamente’ che accompagna la sostituzione di Roberto Pruzzo nella finale contro il Liverpool, a un sostantivo come ‘gragnuola’ che il Milan di Arrigo Sacchi scarica addosso a un inconsapevole quanto blasonato Real Madrid, fino a un’interiezione come ‘ahi’ che, attraverso l’errore dal dischetto di Roberto Donadoni contro l’Argentina, certifica la fine delle illusioni azzurre nell’estate delle notti magiche. Un percorso integrato da due capitoli scritti in chiave più personale, da un’intervista a Pizzul e da una prefazione firmata dal giornalista Furio Zara.