IL LIBRO

La bellezza non ha prezzo: nell'autobiografia, tutte le verità di Zeman

Il boemo ha deciso di fare il punto su una vita dedicata al calcio, raccontando i momenti felici e le cadute e regalando alcune rivelazioni assolutamente inedite

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La bellezza non ha prezzo: nell'autobiografia, tutte le verità di Zeman - foto 1
© Getty Images

La bellezza è già nel titolo. Già, perché parlare di Zdenek Zeman significa fare i conti con l'estetica del calcio, alla ricerca di un'utopia spesso destinata a restare tale perché qualsiasi sport di squadra prevede anche una fase difensiva. Nell'autobiografia, scritta con il giornalista della Gazzetta dello Sport Andrea Di Caro ed edita da Rizzoli, il boemo, per la prima volta, si racconta davvero. Ed è un viaggio imperdibile.  

Si parte da un bambino di Praga, appassionato di sport e praticante estremo, che a vent'anni, andando a trovare lo zio (Cestmir Vycpalek, l'allenatore che regala due scudetti alla Juventus nei primi anni '70), si ritrova bloccato in Sicilia dall’invasione della sua Cecoslovacchia da parte dei carri armati di Mosca, a dimostrazione che la storia, più o meno, è destinata a ripetersi. Da lì comincia la seconda vita di Zeman che inizia ad allenare e si ritrova a guidare le giovanili rosanero. 

Il gioco spettacolare e redditizio delle sue squadre convince il Licata ad affidargli la prima squadra dando il via alla favola di zemanlandia. Secondo lo stesso boemo, è quella la formazione che ha espresso al meglio il suo calcio. Una promozione storica in Serie B prima dell'approdo al Foggia dove, nel 1991, arriva il salto nella massima serie. Il tridente Rambaudi-Baiano-Signori regala gol e punti. I pugliesi si salvano per tre anni di fila e sfiorano anche le zone che valgono l'Europa nonostante il presidente Casillo gli venda i pezzi migliori. Lui, come al solito, non si fa problemi e ripropone il suo calcio con interpreti diversi ma con la stessa filosofia e l'immutabile sistema di gioco: quel 4-3-3 in cui i movimenti di chi sta davanti, soprattutto i tagli degli esterni, vengono accompagnati dagli inserimenti dei centrocampisti e dalle sovrapposizioni dei laterali difensivi. 

Da Foggia arriva la chiamata nella Capitale, prima Lazio (dove arriva al secondo posto il primo anno e regala al grande calcio un giovanissimo Nesta) e Roma (dove valorizza al massimo un giocatore che l'anno prima sembrava destinato al prestito alla Sampdoria: Francesco Totti). Sembrava l'inizio di una super carriera ma arrivano gli anni bui da cui esce alla grande con l'ennesimo capolavoro: la promozione con il Pescara nel 2012, facendo conoscere al calcio italiano tre giocatori che contribuiranno a dare soddisfazioni alla nazionale azzurra: Verratti, Immobile e Insigne. 

L'autobiografia è stata spesso citata nei giorni scorsi per alcuni passaggi-chiave. Il tifo per la Juventus, per esempio, seguendo la carriera dello zio e nonostante le accuse rivolte ai bianconeri (per l'uso eccessivo dei farmaci e quello disinvolto del potere, da parte di alcuni dirigenti, che ha portato a Calciopoli). Le critiche a Spalletti per la gestione di Totti negli ultimi anni della carriera del campione giallorosso. Un libro che serve, forse, anche a scalfire alcuni luoghi comuni che il calcio si porta dietro contribuendo all'ignoranza di chi lo segue. La domanda "cosa ha vinto?", per esempio, rivolta a chi ha fatto promuovere squadre che sembravano destinate a traguardi molto meno ambiziosi e senza considerare che ha guidato formazioni di buon livello (ma non di altissimo livello) solo per un periodo brevissimo della carriera, portandole comunque nelle coppe europee. L'affermazione "facile vincere con certi giocatori", non tiene conto che Beppe Signori, per esempio, quando è arrivato a Foggia non si sapeva bene nemmeno che ruolo avesse e aveva messo a segno solo 4 gol la stagione precedente. Partito lui (e Rambaudi, Baiano e Shalimov), Zeman ha raggiunto più o meno gli stessi punti dell'anno precedente con giocatori, con tutto il rispetto, come Biagioni, Mandelli, Medford e De Vincenzo. Totti e Nesta, in pratica, sono diventati quello che sono diventati sotto la sua guida. Verratti, Immobile e Insigne non li conosceva nessuno. Dopo un anno con lui sono diventati tre pilastri del calcio italiano. 

Ma non c'è niente da fare. Sarà costretto a portarsi dietro i luoghi comuni e gli insulti dei tifosi della squadra che lui stesso ama per tutta la vita. Difficile pensare che gli importi qualcosa. Il fatto che partendo dal nulla sia arrivato a essere citato come uno degli allenatori più iconici degli ultimi 40 anni di calcio rimanendo coerente con la propria etica e le proprie idee, non ha prezzo. 

Titolo: La bellezza non ha prezzo
Autore: Zdenek Zeman con Andrea Di Caro
Editore: ‎Rizzoli 
Uscita: 15 novembre 2022
Copertina rigida: ‎304 pagine

 

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