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Inter, retroscena Akanji: perché è arrivato nonostante il "mercato chiuso"

L'orientamento nerazzurro era chiaro: nessun acquisto last minute. L'occasione per il difensore svizzero, però, ha sparigliato le carte

02 Set 2025 - 08:29

Giovedì 28 agosto, Giuseppe Marotta ai margini del sorteggio Champions: "L'organico è in sintonia con le nostre ambizioni, il nostro mercato lo abbiamo fatto". Domenica 31 agosto, ancora Marotta, questa volta prima di Udinese-Inter: "Ultimo giorno di trattative? Non accadrà altro". E allora perché il 2 settembre, a mercato definitivamente chiuso, Cristian Chivu si ritrova un Manuel Akanji in più e un Benjamin Pavard in meno?

Al netto delle parole di circostanza che ogni dirigente rilascia soprattutto quando gli viene chiesto di acquisti o cessioni, in casa Inter c'era davvero la convinzione che il mercato fosse chiuso con la cessione di Taremi all'Olympiacos. E invece sono successe almeno tre cose nell'arco di poche ore che hanno cambiato il destino del finale di mercato nerazzurro, a partire, ovviamente, dalla sconfitta interna contro l'Udinese che di certo non cambia il progetto sportivo ma ha acceso un altro campanello di allarme relativo alla difesa; e poi i 90 minuti di Pavard in panchina contro l'Udinese, qualcosa che a molti ha fatto suonare un campanello di allarme visto che sul francese, indicato tra i possibili partenti da settimane (in pratica da quando aveva saltato il Mondiale per Club per infortunio ma negli stessi giorni era stato visto giocare a padel), continuavano a uscire voci di sondaggi, interessamenti e, infine, offerte.

Nel frattempo in Viale della Liberazione non erano sfuggiti tutti i no di Akanji alle proposte ricevute sin lì, uno dei quali tra l'altro al Milan. Il difensore svizzero piaceva dal 2022, quando il City lo soffiò proprio all'Inter, e il fatto che restasse sul mercato senza trovare la squadra giusta ha iniziato a mettere in discesa l'affare, inoltre con la sessione ormai a un passo dalla chiusura il club inglese ha aperto al prestito e a quel punto è divenuto chiaro che poteva andare bene accettare la stessa formula pure per l'uscita di Pavard.

Nell'immediato, a livello economico, l'Inter ci perde qualcosa perché Akanji, diversamente da Pavard, non usufruisce del Decreto Crescita arrivando in prestito ma il margine per fare l'operazione di sicuro non mancava a Oaktree che, tra l'altro, ha derogato alla "regola" degli Under 23. Ora proprietà, dirigenza e allenatore si augurano che tra un anno lo svizzero diventi giocatore nerazzurro a titolo definitivo perché, è scritto nelle clausole, in caso di scudetto scatterà l'obbligo di riscatto.

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