Allegri: "Il futuro? Non ci penso"

Il tecnico bianconero torna sulle polemiche post-Napoli: "Noi allenatori parliamo sempre delle decisioni contro e mai di quelle a favore"

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Massimiliano Allegri ha parlato della sfida contro l'Udinese ("gara complicata, che decide molto, che ci può dare un altro slancio per il futuro") e dribblato le domande sul suo futuro. "Quello che faccio io interessa a pochi - ha spiegato - Quest'anno, quando passerà questo momento e la società lo riterrà opportuno, perché non sono io che decido, ma è la società, ci incontreremo e decideremo". Sulla formazione: "Davanti giocano gli stessi".

Farà del turnover domani?
"Domani come sempre cercherò di mettere in campo la migliore squadra per affrontare la partita di domani, in vista degli impegni molto ravvicinati, è un periodo molto intenso. Però veniamo da 4-5 giorni di recupero, perchè abbiamo giocato martedì. Quindi sono tutti a disposizione. Ci saranno un po' di rientri, davanti giocano gli stessi".

Ha detto che a marzo avremmo visto la Juve definitiva. A che punto è questa evoluzione e in che cosa si può migliorare?
"Siamo a un buon punto, perché a livello di numeri i ragazzi hanno fatto dei buoni numeri, però come tutti gli anni le stagioni si decidono a marzo, non si decidono a settembre. Domani andiamo a Udine e l'anno scorso vincendo a Udine rientrammo in zona Champions. Quest'anno è una partita completamente differente, dove noi veniamo da un periodo importante con una serie di vittorie  e per noi domani è una partita -  delle prossime quattro, fino alla partita con la Sampdoria della sosta, compresa quella di Champions - complicata. E' una partita che decide molto, che ci può dare un altro slancio per il futuro".

Higuain le giocherà tutte da qui a fine stagione?
"Questo non lo so, domani gioca, la prossima non lo so. Io vi posso dire quello che succederà domani, nel senso della formazione, poi la prossima no. La cosa importante è che la squadra sia in buone condizioni, lo dimostra il fatto che nell'ultimo mese, da quando siamo ripartiti dopo la sosta natalizia, hanno giocato praticamente tutti, ottenenendo gli stessi risultati, questo è un bel vantaggio per noi".

Cosa ne pensa di Fofana?

"Per quello che ho visto, ho visto poco, è un ragazzo che ha delle discrete qualite, delle ottime qualità, però è giovane. Poi i giocatori vanno allenati per capire meglio che qualità hanno. Se lo chiedete a Delneri risponderà molto meglio di me".

Come sta Marchisio?
"Sta bene, devo decidere se farlo giocare domani".

Come ha vissuto il post Juve-Napoli? Le ha dato fastidio tutta questa coda polemica?
"Per quanto riguarda il post Napoli, a me non mi dà noia niente, la cosa è che mi viene da sorridere, è che noi allenatori spesso dopo la partita parliamo sempre delle decisioni contro, di quelli a favore non parliamo mai. Quindi per l'equilibrio generale, sarebbe meglio magari se avessimo una reazione diversa, perché alla fine gli episodi a fine campionato si equivalgono, e una partita non può dipendere da un episodio, a meno che non sia clamoroso".

Ieri Pjanic ha detto che gran parte del merito della sua maturazione è suo, perché lo ha sottoposto ad un lavoro intenso, ad un martellamento. C'è soddisfazione?
"Io dico sempre che per me gli obiettivi all'inizio della stagione sono due: quello dei risultati della squadra e il miglioramento dei singoli giocatori. Perché dopo alla fine io trovo molta soddisfazione in quello e questo avviene perchè ho uno staff in grado di farli migliorare. E attraverso questo lavoro credo che si possa arrivare a far giocare meglio la squadra, perché più giocatori abbiamo che giocano bene a calcio e riescono a fare gesti tecnici di alto livello, buoni, più la squadra gioca bene".

Otto-nove punti sarebbero un margine che dà serenità?
"La serenità ce l'abbiamo sempre. Innanzitutto domani sarà una partita fisica, loro sono una squadra fisica. Poi è una squadra che viene da tre sconfitte. L'Udinese poi è un ambiente dove nel momento di difficoltà riescono sempre a fare una partita importante. Noi domani dobbiamo essere pronti a questo. Per quanto riguarda i punti, cambia poco. A noi servono ancora molte vittorie da qui alla fine e bisogna continuare a lavorare, attraverso le prestazioni arrivare al risultato. Ma ora siamo in un momento, tra oggi e domani, dove il pericolo è dietro l'angolo, i ragazzi lo sanno questo. Veniamo da un momento molto positivo e quando i momenti sono molto positivi bisogna stare ancora più con le antenne dritte".

L'anno scorso a maggio saltava fuori Allegri al Real Madrid, al Barcellona, al Chelsea. La tua risposta fu: visto che sono una persona seria, non vado via a giugno, a luglio, se avessi voluto andare via avrei parlato a marzo con la società, li avrei avvertiti. Siamo a marzo, che gli hai detto o che gli dirai?
"Facciamo una premessa, poi stringo perché ho da mangiare, la squadra parte e mi lascia qui. A parte che non hanno bisogno di me in panchina perché sono già pronti. Innanzitutto in questo momento importante della stagione, parlare di cosa faccio io interessi a pochi, perchè ai tifosi, a tutto il popolo juventino, interessa che la squadra arrivi in fondo e cerchi di vincere quello che c'è da vincere, ovvero lo Scudetto, la possibilità di vincere la Champions e la Coppa Italia. Poi dopo, come è successo l'anno scorso quando a marzo ho incontrato il presidente, gli ho detto che rimanevo. Punto. Quest'anno, quando passerà questo momento e la società lo riterrà opportuno, perché non sono io che decido, ma è la società, ci incontreremo e decideremo. Ma ho un contratto fino al 2018, sto bene alla Juventus, in questo momento di quello che fa il sottoscritto non interessa a nessuno. Ma è giusto che sia così perchè abbiamo un momento importante e va vissuto senza pensare a quello che sarà l'anno prossimo o tra due anni, perchè l'anno prossimo sarà diverso da quest'anno, ma è una regola di vita. Ora bisogna concentrarsi sul campionato, sulla Champions per passare il turno e sulla Coppa Italia, quindi va vissuto senza pensare troppo all'anno prossimo".

Il vantaggio psicologico di poter perdere due partite, può portare alla conclusione che lo Scudetto lo può perdere solo la Juventus?
"Diciamo che le due battute d'arresto è meglio prendersele alla fine, quando magari a maggio c'è anche il sole e possiamo andare anche al mare che si sta meglio; ora c'è ancora la neve in montagna, c'è l'acqua in pianura, quindi continuiamo a cercare di fare risultati importanti. Poi noi dobbiamo arrivare a 96 punti perchè la Roma al momento può farne 95 e può vincerle tutte. Bisogna stare attenti senza pensare alle battute d'arresto, perchè noi battute d'arresto non dobbiamo averne".
C'è modulo prima degli altri o un modulo prima degli altri? C'è qualcuno che sta facendo la differenza in questo processo di crescita?
"Diciamo che tanti sono migliorati e sono sempre i giocatori che vanno davanti al modulo, ora stiamo giocando così perchè le caratteristiche di questi giocatori mi consentono di giocare con questo modulo, oltretutto ho la disponibilità. Sì, si può giocare con questo sistema di gioco, ma se quando la palla ce l'hanno gli altri i tre rimangono in cima a guardare la partita, è normale che non puoi fare queste prestazioni e non puoi stare sette partite a prendere solo un gol. Alla fine la differenza la fanno sempre l'atteggiamento e le qualità dei singoli giocatori. E' normale che più giocatori bravi hai insieme, che si riescono a passare la palla bene, più è facile che la squadra giochi".

Benatia sembra ai margini.
"Non è che perchè torna a Udine deve avere una chance. Domani il dubbio è tra lui e Chiellini. Il suo valore è come gli altri 4 centrali. Domani giocano in due e tre li devo lasciare fuori".

C'è una ragione tecnica per cui in campionato non pareggiate mai?
"Questo non lo so, è un caso, nel calcio è così. Nell'arco della stagione c'è un momento in cui vai in vantaggio, un momento in cui prendi gol su palla inattiva, un momento in cui fai gol su palle inattive, con i tiri da fuori. Alla fine tutto si equilibra. Sarebbe bello continuare a non pareggiare fino alla fine, vorrebbe dire vincere, ma non è semplice".

Ultimamente nessuno ha allenato la Juve per più di tre anni di fila. L'ultimo è stato Lippi. Le piacerebbe andare in controtendenza?
"Io sono uno che di solito va abbastanza in controtendenza, ma ho detto prima che con la società c'è totale sintonia, in tutto e per tutto, ora in questo momento di quello che faccio io non frega niente a nessuno, ai tifosi, e anche a me stesso. Siamo talmente concentrati su quello che dobbiamo fare, che questo momento va vissuto con entusiasmo, voglia e soprattutto con consapevolezza  di poter arrivare in fondo alle tre competizioni e vincere, questa è la cosa più importante".

Non è preoccupato su come motivare la squadra? Dopo un sesto Scudetto a chi potrebbe interessare un settimo?
"Non ho pensato a quello che farò, non ho pensato con la società a pianificare il futuro, non posso pensare alle motivazioni dell'anno prossimo, anche perchè sono tante le motivazioni che dobbiamo avere con l'Udinese, che sono molto più importanti".

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