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500 volte Pajola: Capitan Futuro trascina Bologna

Difesa, triple, cuore: gli 11 punti di Pajo regalano a Bologna il 2-0 nella serie con Brescia, con l'opportunità di chiudere il discorso scudetto in gara-3

15 Giu 2025 - 09:02
 © IPA

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C'è un Shengelia in missione, disposto a tutto pur di regalare l'ultimo trofeo alla Virtus Segafredo Bologna prima di tornare in Spagna. C'è Hackett, primo uomo deputato a curare Amedeo Della Valle (12 punti in totale tra gara-1 e gara-2 alla Virtus Segafredo Arena, per il Best Ita della regular season 2024/25, contro i quasi 16 a gara fino alla finale scudetto). C'è l'energia di Diouf e Akele sotto canestro, ci sono i canestri a giochi rotti di Taylor e Akele. Sulle copertine delle LBA Finals 2025 tra Virtus e Germani Brescia, però, troverà comunque il modo di finirci Alessandro Pajola.

"Siamo stati migliori in difesa rispetto alla prima partita, dobbiamo ripartire da qua. Cerco di sfruttare quello che mi lascia la difesa, che magari è concentrata su qualche compagno di squadra. Ho la possibilità di essere più libero da fuori e cerco di sfruttarlo. Ancora non è finita, manca una vittoria, dobbiamo tenere il profilo basso, andiamo a Brescia dove ci aspetta una partita difficilissima": la lucidità, al classe '99 di Ancona, non è mancata nemmeno ai microfoni di DAZN al termine del 75-65 con cui la sua Virtus si è portata a auna sola vittoria dal 17° scudetto della storia.

11 punti (1/2 da 2, 3/6 da 3), 6 rimbalzi, 1 stoppata, 1 palla recuperata in 22': una gara-2 dai numeri non trascendentali, come Pajo ha abituato da inizio carriera, ma che acquistano valore per i momenti in cui sono stati registrati. Un esempio? 8 degli 11 punti, il recupero e la stoppata sono arrivati alla fine del 3° quarto, l'ultimo momento in cui Brescia aveva ancora forza ed energia per tentare un reale rientro (da 50-40 a 63-51): bastano un paio di difese troppo morbide di Della Valle e Ivanovic, basta un aiuto di Burnell un passo troppo vicino al pitturato, e anche un non-tiratore come il #6 punisce le scelte difensive di coach Poeta.

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"La fiducia va acquisita: vedi in giro tiratori con una meccanica bruttissima, eppure fanno sempre canestro. Bisogna essere consapevoli di poterla mettere. Il gesto tecnico si migliora ripetendolo. Il tiro presuppone mille varianti, che vanno allenate": aveva parlato così Pajola, a inizio anno, sul lavoro quotidiano sul proprio tiro dalla lunga, dote decisamente non naturale nelle alternative tecniche del due volte Defensive Player of the Year di LBA (2021/22 e 2024/25). 

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È poi da considerare la preoccupante (per gli avversari di turno) tendenza di Pajola all'aumentare di efficacia quando il livello si fa sempre più alto: per Ale, la gara-2 con Brescia è stata la 5° stagionale in Serie A con almeno 3 triple segnate, la 3° ai playoff dopo gara-3 e gara-5 con Venezia.

Non poteva esserci maniera più simbolica di celebrare le 500 presenze tra tutte le competizioni in bianconero: il primo ingresso sul parquet di Pajola con la prima squadra delle Vu Nere è datato 28 febbraio 2016, alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno, in un 85-101 contro Milano deciso dai 21 punti, 7 rimbalzi e 7 assist di Krunoslav Simon. Quasi un'altra epoca, a ripensarci, ma una fedele fotografia dell'eterno rapporto tra il 25enne e il mondo virtussino.

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Non è detto che basti il gettone n°501 a suggellare una rincorsa scudetto passata per le fatiche delle serie con Venezia e Milano: Brescia, anche con le risorse fisiche al lumicino, ha dimostrato di dover essere battuta più e più volte nel corso della stessa partita prima di alzare bandiera bianca. Gara-3 al PalaLeonessa A2A (martedì 17, 20.30) potrebbe però portare il 10° titolo della Virtus negli ultimi 10 anni: tutti, ma proprio tutti, con Alessandro Pajola a metterci faccia e cuore.

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