Non solo la serata da campione di Shengelia (25 punti e 10 rimbalzi): la vittoria di Bologna a Milano in gara-4 è firmata dalle scelte del coach montenegrino
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Era una sfida senza domani, per un'EA7 Emporio Armani Milano sotto 1-2 nella semifinale di LBA Playoff 2025. A interpretare gara-4 con maggiore disperazione, con più paura di tornare in Emilia per gara-5, è stata però la Virtus Segafredo Bologna: ancora senza Polonara e Clyburn, le Vu Nere hanno trovato il miglior Pajola di questi playoff, la seconda serata consecutiva decisiva in entrambe le metà campo di Cordinier, l'ennesima testimonianza del fuoriclasse che è Tornik'e Shengelia. Ma, più di tutti, il 78-84 dell'Unipol Forum nasce dal lavoro di Dusko Ivanovic.
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La chiave delle insperate vittorie virtussine a Milano, dopo aver vinto gara-1 senza nemmeno saper bene come e perso gara-2 di 19 punti, sta in una frase pronunciata dal 67enne di Bijelo Polje: "Alla squadra in spogliatoio dopo la partita ho detto che vogliamo vincere lo scudetto". Parole dette dopo una sconfitta con Milano, nel momento più duro dell'anno: non sull'1-1 di questa semifinale playoff, bensì il 12 febbraio 2025, a pochi minuti dal 99-71 incassato nei quarti di finale di Frecciarossa Final Eight.
Un focus sempre più concentrato sul campionato, tralasciando ogni velleità in Eurolega, pur di ricavare energie altrimenti inaccessibili dai propri veterani nel momento del bisogno. E, con le rotazioni ulteriormente accorciate dalle fatiche di un quarto di finale concluso a gara-5 con Venezia e gli infortuni di gara-2 con l'Olimpia, arriva il valore aggiunto da Ivanovic nella serie: l'ultimo arrivato Taylor in quintetto con la serie trasferitasi a Milano, eliminazione quasi totale della transizione pur di non dare ritmo a una Milano più lunga, giovane e ricca di alternative, gli aggiustamenti tecnici per permettere a Pajola di controllare Shields come mai fatto negli ultimi 2 anni.
Nella pancia dell'Unipol Forum, sono ancora le frasi di Ivanovic a fotografare la mentalità che l'ex coach di Stella Rossa e Baskonia ha instillato nel gruppo bianconero: "Shengelia? Ha fatto una buona partita ma per favore, ancora una volta, il lavoro che hanno fatto Hackett, Pajola, Momo, Ante... Lavoro di squadra, questo hanno dimostrato queste due partite". E quando anche di fronte a 25 punti (8/11 da 2, 1/1 da 3, 6/7 ai liberi), 10 rimbalzi, 2 assist, 6 falli subiti e 35 di valutazione di Toko - pareggiato il season high per punti del 23° turno di regular season a Trieste, avvicinato il record stagionale per valutazione della trasferta di inizio aprile a Treviso (37) - il pensiero va al lavoro di aiuti e intasamenti dell'area che hanno permesso al georgiano di stare 27' sul parquet nella partita più importante dell'anno, ecco che si spiega la coesione virtussina.
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Un'unione di intenti grazie a cui Ivanovic ha controllato il duello a distanza col coaching staff dell'Olimpia: se la Virtus ha centellinato le porzioni di gara in cui cavalcare i suoi talenti, trovando il modo e lo spazio per pescare i tagli a centro area di Diouf, Milano si è intestardita a sfruttare soltanto gli isolamenti di Mirotic (30 punti per Niko in gara-4, in quella che potrebbe esser stata la sua ultima partita in biancorosso), rimanendo a contatto con 9 rimbalzi offensivi totali ma senza trovare ritmo dal resto dei quintetti - "Purtroppo abbiamo sbagliato molti tiri aperti costruiti, anche da sotto, questo ci ha innervosito", la principale giustificazione del coach milanese al termine della serata.
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Una serie playoff mai vista, ora, la finale che assegnerà il titolo di Serie A 2025: Virtus Segafredo Bologna e Germani Brescia non si sono mai incrociate nella storia della post season. Se per i lombardi e per coach Poeta sarà la prima occasione di giocarsi uno scudetto, basta il palmares a parlare per gli emiliani e per la loro guida tecnica. La Virtus andrà per il 17° stendardo tricolore da appendere al soffitto, Dusko Ivanovic per l'8° campionato vinto da allenatore in carriera: una conclusione che avrebbe dell'incredibile, se si considerasse il contesto di quel "We will win the title".
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