La difesa continua a scricchiolare, gli attaccanti a latitare e il calendario non aiuta
di Daniele Pezzini© Getty Images
La Juventus torna da Como dopo aver incassato la prima sconfitta stagionale e con un enorme bagaglio di interrogativi sul suo futuro. Il ko contro i ragazzi di Fabregas ha certificato tutte le difficoltà di una squadra che fin qui se l'era sempre cavata in qualche modo, ma che ora si ritrova a dover fare i conti con un risultato che non lascia spazio a interpretazioni. Al Sinigaglia i bianconeri hanno palleggiato abbastanza bene e creato i presupposti per far male, ma per l'ennesima volta si sono dimostrati inconsistenti in area di rigore e fragili come il cristallo dalla trequarti difensiva in giù.
A destare preoccupazione è proprio il fatto che più passa il tempo, più i problemi si moltiplicano: la Juve di Tudor era partita segnando a raffica, ma con parecchie incertezze difensive. Ora le incertezze difensive restano, a maggior ragione con l'assenza di Bremer e il passaggio a una sorta di linea a 4, ma l'attacco si è bloccato completamente. Gli ultimi gol di un centravanti sono stati quelli di Dusan Vlahovic nel rocambolesco 4-4 contro il Borussia Dortmund a metà settembre, da lì in poi dei giocatori avanzati ha segnato solamente Conceiçao (a Verona e Vila-real). La sfida coi gialloneri è stata anche l'ultima in cui ha davvero brillato la stella di Yildiz, fermo al gol e all'assist messi a referto quella sera. Anche lui, in sostanza, non contribuisce in maniera attiva da oltre un mese e al Sinigaglia ha perso nettamente il duello a distanza con Nico Paz.
David è sembrato ancora un pesce fuor d'acqua, Openda non si è mai alzato dalla panchina e anche la soluzione del 4-4-2 finale, con il canadese e Vlahovic in campo contemporaneamente, non ha dato nessuna buona indicazione, anche se è stata una scelta dettata più che altro dalla disperazione dell'ultimo minuto, che può essere rivalutata in altri contesti.
In generale la squadra non solo ha poche alternative in panchina, ma è ancora alla ricerca di un'identità precisa anche nell'undici base. Quello che sulla carta sembra essere il centravanti titolare ha segnato appena un gol alla prima giornata di campionato poi si è eclissato, se a questo aggiungiamo lo scarsissimo apporto dato dagli esterni difensivi (Cambiaso su tutti, sempre più irriconoscibile) il risultato è quello di un gruppo in balia dei propri limiti e con pochi appigli a cui aggrapparsi per uscire da queste sabbie mobili.
Il calendario, per altro, è pronto ad accanirsi, perché mercoledì c'è da affrontare il Real a Madrid dopo due pareggi nelle prime due giornate della fase campionato di Champions League e una sconfitta contro i Blancos renderebbe complicatissima la rincorsa a un posto nella fase a eliminazione diretta. Poi altra trasferta insidiosissima, all'Olimpico contro la Lazio dell'ex Sarri. Tudor, che al momento sta facendo peggio del suo predecessore Thiago Motta, comincia a vedere i fantasmi.