L'ambizione di Spalletti: "Diventare l'allenatore di una delle più grandi Inter della storia"

Il tecnico nerazzurro: "A Bergamo ho sbagliato le scelte. Marotta? È un mio amico"

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Luciano Spalletti si racconta. In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera il tecnico nerazzurro racconta il suo periodo e le sue ambizioni: "Dopo essere riuscito ad allenare l'Inter vorrei diventare l'allenatore di una delle più grandi Inter della storia". Un messaggio chiaro e una dichiarazione d'intenti. La via intrapresa dal tecnico ha condotto alla qualificazione in Champions al primo colpo: "Il nemico maggiore era la mancanza di fiducia. Ho cercato di far capire ai calciatori che tutti eravamo di fronte allo stesso ostacolo e lo avremmo potuto superare solo come Inter e non come Perisic, Icardi o Miranda. Aver raggiunto la Champions ha convertito la rassegnazione in entusiasmo".

Interrogato sul mancato arrivo di Modric e sul gap da colmare con la Juve, Spalletti è chiaro: "Appartiene ad un livello di calciatori fatti e capaci di insegnare agli altri come si fa. Un top-player permetterebbe di prendere una scorciatoia per diventare fortissimi".

La fragorosa caduta di Bergamo arrivata dopo 7 vittorie ha esposto Spalletti a critiche: "Anche in Lazio-Inter dell'anno scorso abbiamo avuto un nostro classico blackout, poi abbiamo raggiunto la Champions. Con l'Atalanta non ci siamo fatti trovare pronti, ho sbagliato le scelte. Spesso i vantaggi degli avversari nei nostri confronti scaturiscono dalle nostre rinunce".

Con l'imminente arrivo di Marotta Spalletti ritrova il dirigente che aveva incrociato ai tempi del Venezia, quando però il tecnico fu esonerato due volte. "Era ed è mio amico, uno che fa gruppo, squadra: un trequartista. Stava con me. Per quel che riguarda gli esoneri, c'era il professionista della materia, Zamparini".

"Il progetto nerazzurro è ambizioso, non c'è un castello di carte ma di mura solide. Vietato porre limiti al traguardo finale, bisogna fare tutte le tappe ma bisogna andare oltre".

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