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Inter, Mkhitaryan: "Con il Psg tutto sbagliato, eravamo convinti di vincere"

Il centrocampisto nerazzurro a Trento: "Dopo aver eliminato Bayern e Barcellona abbiamo sbagliato tutto, dalla mattina fino all'ultimo momento"

12 Ott 2025 - 17:31
 © Getty Images

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Intervenuto al Festival dello Sport di Trento, Henrikh Mkhitaryan è tornato sulla finale di Champions persa dall'Inter a Monaco contro il Psg: "La spiegazione che mi do io è che dopo aver eliminato Bayern e Barcellona con 4 partite super pensavamo di vincere anche contro il Psg. E' stato tutto sbagliato, dalla mattina fino all'ultimo momento". E ancora: "La finale di Monaco è stata allo stesso tempo un trauma e un orgoglio. Non è che dalla prima giornata arrivi in finale senza fare niente. Sono orgoglioso perché la stagione è stata molto lunga, ma in tre settimane abbiamo perso tre titoli. Così è il calcio". 

Dopo la finale di Monaco c'è stato anche l'addio di Simone Inzaghi, tecnico a cui l'armeno è evidentemente molto legato:  "Con Inzaghi ho vissuto anni bellissimi, mi ha dato una seconda giovinezza, mi ha fatto sentire importante. E' un allenatore, un padre e un amico. Inzaghi conosce il calcio e ci puoi parlare di tutto. Ma ho sempre cercato di non superare il limite: lui allenatore, io un suo giocatore. Per l'Inter è stato un allenatore fondamentale".

Fondamentale come dovrà e potrà essere Chivu adesso e negli anni a venire: "Perché Chivu mi fa giocare meno? Non posso dimenticare che tra poco avrò 37 anni. La voglia di giocare è forte, tantissima ma bisogna capire le scelte dell'allenatore. Sono pronto ad aiutare la squadra anche giocando una partita a settimana. Se avessi 24 anni, lo affronterei chiedendo perché non gioco sempre, ma adesso capisco che non sono quello di qualche anno fa. Ne parlo benissimo: vedo un allenatore che vuole crescere e imparare ogni giorno. Per me ha un grande futuro".

Resta il tempo per un ricordo di Mino Raiola, a lungo suo agente: "Con Mino Raiola non c'è stato solo un rapporto di lavoro, c'è stata una sorta di connessione come tra padre e figlio. Il primo giorno mi ha chiesto se volessi soldi o calcio: io volevo il calcio, volevo giocare nelle squadre più forti del mondo. Raiola mi ha sempre aiutato e dato consigli giusti. È sempre stato affidabile".