EX CONTRO

Dito medio e insulti: nuovo capitolo nel difficile rapporto Conte-Agnelli

Il rapporto tra i due, sfilacciatosi dopo il burrascoso divorzio del 2014, nel corso degli anni ha avuto pochi alti e numerosi bassi

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Tre stagioni, tre scudetti e due Supercoppe italiane insieme, oltre al merito di aver riportato la Juventus ad altissimi livelli dopo Calciopoli, eppure il rapporto tra Antonio Conte e Andrea Agnelli non è mai stato idilliaco. Colpa, più che altro causa, di due personalità forti che spesso si erano punzecchiate dopo il divorzio ma senza mai arrivare al livello mostrato dopo Juve-Inter di Coppa Italia. 

Secondo le ricostruzioni, incrociare sia la verità bianconera che quella nerazzurra, tutto sarebbe partito dalle proteste del tecnico nerazzurro per il rigore chiesto su Lautaro e l'ammonizione a Darmian. Proteste che non sarebbero piaciute sia alla panchina della Juve, Bonucci su tutti, sia dalla tribuna dello Stadium. A fine primo tempo, dopo insulti e provocazioni provenienti dagli avversari nei suoi confronti (per questo dopo il match ha detto: "Le fonti della Juventus dovrebbero dire la verità, penso che il quarto uomo abbia sentito e visto cosa è successo per tutta la partita"), Conte rivolge il dito medio verso la tribuna, forse accompagnato da insulti. A fine partita poi il "stai zitto cog...." urlato da Andrea Agnelli verso il campo e che tutto porta a pensare fosse diretto proprio al suo ex allenatore.

I PRECEDENTI: IL RISTORANTE DA 10 EURO, LA RICONOSCENZA, LA BANDIERA...
Solo l'ultimo episodio di battibecchi e tensioni iniziate nell'estate del 2014, vigilia della quarta stagione di Conte da allenatore della Juve. Le voci su un interessamento del Milan e soprattutto i mancati arrivi dei vari Iturbe, Cuadrado, Nainggolan e Sanchez rendono il tecnico irrequieto, crede di non poter fare un ulteriore passo avanti nella crescita, soprattutto europea, della squadra. A luglio l'improvviso e burrascorso divorzio, dopo che Conte pronuncia la famosa frase "con 10 euro non si mangia un ristorante da 100 euro": voleva dire che, secondo lui, la Juve non aveva i giocatori per conquistare anche la Champions. 

Agnelli mal digerisce l'addio improvviso ma vira subito su Allegri, che porterà due finali europee. Non a caso, nel 2017, durante un'assemblea degli azionisti, il numero uno juventino ringraziA l'allenatore toscano con un riferimento non troppo indiretto a Conte: "Allegri ha portato avanti un lavoro che per altri sembrava terminato". A stretto giro di posta, l'ex allenatore bianconero su Facebook posta uno stato quantomeno sibillino e che sembra proprio una risposta ad Agnelli: "Nella vita non si finisce mai di conoscere le persone... A volte basterebbe soltanto un minimo di riconoscenza. E di maturità".

Nel frattempo Conte diventa commissario tecnico dell'Italia e, nel suo primo anno in azzurro, mai andrà in visita di cortesia a Vinovo, anche per il no bianconero agli stage chiesti dal ct per migliorare il lavoro sul gruppo che avrebbe partecipato all'Europeo. Situazione poi rientrata nel gennaio del 2015, quando Conte fu accolto al centro sportivo bianconero e commentò: "Tornare mi ha fatto un bell'effetto".

Nell'estate 2019 arriviamo alla nuova svolta nel rapporto tra i due: Paratici e Nedved pensano a Conte dopo la separazione con Allegri ma arriva il veto di Agnelli, alla fine viene scelto Sarri per la panchina della Juve e l'ex ct firma proprio con l'Inter. Scatta subito la petizione dei tifosi bianconeri (tornata di attualità in queste ore) per rimuovere la stella allo Stadium dedicata a Conte ma Agnelli non è d'accordo, lasciando filtrare la sua posizione "la storia rimane e chi l'ha scritta non si cancella". Il gesto non colpisce l'allenatore che, a domanda, durante una conferenza risponde: "Agnelli non doveva intervenire, così si dà spazio all'ignoranza".

A stretto giro di posta arriva un'altra punzecchiatura da parte del presidente della Juve, durante l'assemblea degli azionisti: "Abbiamo gestito situazioni complesse, che non hanno fatto altro che forgiare ulteriormente il gruppo dirigente della società. Pensiamo alla gestione del calcioscommesse che ha coinvolto i tesserati Juventus nel 2012, fatti avvenuti comunque in altre società. Paratici potrebbe scrivere un libro sulla gestione di una squadra senza allenatore". Nel 2012, all'inizio della terza stagione da tecnico juventino, infatti Conte fu coinvolto nel calcioscommesse per fatti risalenti ai tempi in cui allenava il Siena: quattro mesi di squalifica dalla Giustizia Sportiva, assoluzione da quella ordinaria.

E ancora, nel febbraio dell'anno scorso, qualche settimana prima di Juve-Inter, Agnelli aveva parlato così: "Conte? Noi volevamo Sarri e abbiamo preso Sarri. Conte è una bandiera juventina, Conte è Juventus da questo punto di vista. Con Antonio il rapporto è cordiale, disteso". Al termine di una conferenza vengono riferite queste parole a Conte che si alza e sorridendo saluta dicendo "sì ciao...". Nulla comunque che portava a pensare ciò che è poi successo ieri allo Stadium.

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