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Gli azzurri faticano a trovare il gol ed è il peggior inizio in Europa dal 2017: così gli spareggi sono inevitabili
di Luca Bucceri© Getty Images
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Il ritorno in Champions League per il Napoli dopo il clamoroso schiaffo subito in Olanda contro il Psv non è stato dei migliori. Contro l'Eintracht, al contrario del match di Eindhoven, gli uomini di Conte mantengono la porta inviolata e reggono in difesa, ma a "cedere" è l'attacco. Lento, macchinoso, senza idee capaci di svoltare la gara, i partenopei non hanno fortuna e al Maradona il pubblico va via tra gli sbadigli di una serata in bianco. E i numeri, ancora una volta, non sorridono a Conte che sembra avere una sorta di allergia verso l'Europa.
Serviva quel guizzo in più, quella giocata che in passato uomini come De Bruyne, Anguissa, McTominay, Politano o Hojlund hanno garantito facendo le fortune dei partenopei. Ma se il belga era assente per infortunio, gli altri tre e mezzo non hanno dato il loro contributo. Anguissa ci ha provato come ha potuto, Hojlund è stato impreciso e a volte non si è fatto trovare pienamente coinvolto nel gioco azzurro. Ma le grandi, anzi grandissime delusioni sono le prestazioni quasi irriconoscibili di Politano e McTominay.
Matteo, Scott... ci siete? Questo si sono ripetuti per 90' più recupero i tifosi del Napoli, così come il tecnico che ha però deciso di togliere dalla mischia Politano anzitempo visto il poco mordente dell'esterno. Lo scozzese ha completato il match, ma senza mai ricordare quello che la scorsa stagione è stato capace di fare la differenza in campo per la volata scudetto del Napoli. Le occasioni non sono mancate, a mancare sembra essere stata la lucidità.
La stessa lucidità che si è assentata spesso tra gli azzurri in entrambe le fasi, con gli unici scossoni dati dalle giocate di un Elmas capace di essere l'unico convincente là davanti. Una nuova garanzia per Conte, il cui cammino però si complica.
La via dei playoff infatti, appare quasi segnata anche se tutto può cambiare nei prossimi quattro match. Quattro sfide che nascondono insidie, perché nessuno tra Qarabag, Benfica, Copenaghen o Chelsea è imbattibile, ma non c'è neanche la sicurezza per gli azzurri di poter uscire vincitori dai duelli. Serve rimboccarsi le maniche per risalire la china e inserirsi nelle Fab8 della League Phase, per evitare lo spareggio che porta con sé insidie e sgambetti.
Ma a parlare, ancora una volta, sono i numeri che evidenziano un rapporto tutt'altro che roseo tra Conte e la Champions. Lo avevamo già sottolineato dopo il tonfo clamoroso col Psv, la conferma arriva dopo l'Eintracht perché il pari non fa altro che alimentare l'allergia. 46 partite, con 16 vittorie, 15 pareggi e altrettante sconfitte (di cui 2 vittorie, un pari e una sconfitta alla guida del Napoli), con una media di 1.38 punti è davvero poco. E il limite, ancora una volta sono i gol, quelli che non si fanno. Perché il pareggio a reti bianche in casa in Europa, risultato che mancava dal 2016, non solo porta al peggior inizio in Champions dal 2017, ma evidenzia il fatto che agli azzurri manca ancora un bomber di razza. Hojlund, al momento, è fermo alle due reti contro lo Sporting ed è troppo poco, soprattutto considerando che con i tedeschi (peggior difesa fin qui della League Phase e secondo peggior reparto arretrato in Bundesliga da ottava della classe) il muro non era insuperabile.
Un pari che non serve a nulla per la classifica, ma non di certo per le valutazioni. Perché al Napoli e a Conte è chiesto uno scossone, per cercare di andare avanti in Europa. Per gettare il cuore oltre l'ostacolo e superare i chiari limiti, cercando di cambiare dei numeri che a oggi sanno di condanna per i partenopei.