Milan-Roma, il film del match di San Siro
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Ennesimo successo di corto muso dei rossoneri con tanti brividi, Allegri ringrazia Pavlovic e Maignan e cerca un 9
di Redazione© Getty Images
Passano gli anni e cambiano le stagioni, ma anche al Milan il marchio di fabbrica di Massimiliano Allegri è il "corto muso". Un'etichetta che, eccezion fatta per le gare vinte contro Udinese e Lecce (in Coppa Italia), il tecnico porta con sé ovunque vada, riuscendo a ottenere il massimo risultato. Non di certo, però, con pochi sforzi, perché quello visto a San Siro contro la Roma è un Milan dai due volti, morto, risorto e poi nuovamente a rischio nella ripresa, in una gara che non è stata per deboli di cuore.
Partito male, quasi in balia totale dei giallorossi, poi cinico e opportunista. Poi nuovamente messo con le spalle al muro e salvato da Maignan capace di ipnotizzare Dybala dal dischetto prima di un finale arrembante della Roma che ci ha provato fino alla fine pur di strappare un punto. Insomma, una montagna russa di emozioni, che ha mostrato limiti e pregi del Milan targato Massimiliano Allegri.
Qual è quello reale? Quello del primo tempo disattento e spento, ma cinico alla prima vera occasione, o quello arrembante e propositivo della seconda frazione, veloce e divertente? Dopo 10 giornate si sono visti tutti questi Milan in campo, con i rossoneri che avrebbero di certo meritato di più in classifica se non si fossero fatti male più volte da soli. Ma dagli errori si impara (forse) e con la Roma quello che stava per ripetersi è stato evitato. All'avvio choc, dominante dei giallorossi con tantissimi errori di valutazione dal punto di vista difensivo, ha fatto seguito l'ordine e il cinismo, con Pavlovic che da attaccante aggiunto ha trasformato in gol la prima vera e propria palla gol. Nella ripresa la situazione si è di fatto ribaltata col Milan più propositivo e arrembante fino al ritorno della Roma con tanto di rigore parato da Maignan a Dybala.
Tanti brividi, in un'altalena continua di emozioni che rischiano di poter far male (e non poco) al Milan. Ma alla fine il tanto amato corto muso allegriano lascia il segno, con San Siro che può far festa per volare a -1 dal Napoli capolista.
Ma ancora una volta, ce ne fosse bisogno, Allegri esce dal campo con un messaggio chiaro rivolto alla società. Per puntare in alto ed essere ambiziosi serve qualcosa in più, come un attaccante capace di farsi trovare pronto avanti per far sponda e andare in gol. Perché solo con i lampi di Leao e qualche tentativo timido di Nkunku di farsi vedere non si può andar lontano. Intanto, con Pulisic ai box, è Pavlovic a trasformarsi in bomber per Max che guarda alla finestra di gennaio con speranza, per poter avere in rosa un numero 9 capace di fare la differenza per poter sognare, segnare ed esultare. Magari ancora col solito corto muso, ma con più opzioni e qualche sicurezza in più.
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