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LA SUPERSFIDA

Milan, arriva Ronaldo: ma Pioli non sbaglia uno scontro diretto

Tre vittorie e un pareggio nelle sfide contro le avversarie dirette. Ancora emergenza infortuni, ma i rossoneri possono eliminare la Juve dalla corsa scudetto...

04 Gen 2021 - 10:41

Arriva la Juve e hai voglia a dire che è una partita come un'altra, che non si tratta di una sfida decisiva e che non c'è alcun passaggio di consegne da fare. Arriva la Juve e cambia un mondo, perché la strada sarà anche lunga, ma portarsi a casa un altro scontro diretto vorrebbe dire dare un segnale preciso e importante alle avversarie. Il Milan riparte da Ronaldo, ancora dentro un'emergenza lunga, ma ancora spinto da una voglia che non ha nessuno e da una giovane follia che, talvolta, vien buona per allargare la striscia dei record e l'orizzonte dei sogni. Ma partiamo dagli scontri diretti: Inter, 3 punti, Napoli, 3 punti, Sassuolo, 3 punti, Lazio, 3 punti, Roma, 1 punto che stava strettino: un percorso quasi netto per dimostrare che la squadra sa stare all'altezza e più in alto delle rivali a scudetto e corsa Champions. E per capire che tanto è più complicato da superare l'ostacolo, maggiore è la spinta a superarlo. Risultati alla mano, i punti persi arrivano da metà classifica in giù (Roma esclusa). Insomma, arriva la Juve e c'è da tenere alta la tensione, ma anche da non aver paura. Mai. 

E in fondo Ronaldo e tutta la sua compagnia sono stati il punto di rottura tra il Milan di una volta e quello di oggi. Non la partita vinta 4-2 in rimonta lo scorso luglio, ma quelle pareggiate in Coppa Italia. Lo ha detto qualche mese fa Pioli: la sconfitta nel derby e quei due pareggi hanno dato consapevolezza alla squadra, la consapevolezza di poter essere all'altezza e di potersela giocare con tutti. Non è un caso che da quelle partite il Milan non abbia più perso uno scontro diretto. Per giocare contro i migliori devi sapere di poterli battere. E il Milan oggi lo sa.

Poi, chiaro, mercoledì sera sarà durissima. Ibra, escludendo miracoli, non sarà ancora a disposizione. Per Bennacer si proverà l'impossibile, ma nessuno ha voglia di rischiare una ricaduta proprio a ridosso della guarigione. Lo stesso vale per Saelemaekers e per Tonali c'è una squalifica in arrivo. Insomma, le scelte e le alternative in corso d'opera per Stefano Pioli continueranno a essere pochine se non proprio obbligate. A fare coppia con Kessie ci sarà di nuovo Krunic, Theo Hernandez si riprenderà il suo posto a sinistra, il ruolo di centravanti sarà una questione di Leao (che partirà nel ruolo) e Rebic (che potrebbe dargli il cambio in alcuni momenti del match). Il resto è tutto come sempre, da Donnarumma, Calabria, Kjaer e Romagnoli fino a Calhanoglu e la scelta da fare per l'ultimo uomo tra Brahim Diaz, Castillejo e Hauge.

Qualche dato: rientrato Kjaer, il Milan ha fatto registrare di nuovo un clean sheet. Non capitava da parecchio ed è il primo passo su cui costruire le vittorie. La striscia di imbattibilità in campionato è arrivata a 27 gare (solo in questa stagione 11 vittorie e 4 pareggi), quella di almeno due gol a partita a 17. E ancora: nessuno, nel maggiori campionati europei, ha 4 giocatori con almeno 4 reti (Ibra, Theo, Kessie e Leao), segno che Zlatan resta un Superman, ma che c'è in squadra la criptonite per sopportare la sua assenza. E mai prima, nell'era dei tre punti, i rossoneri avevano raccolto così tanti punti, nemmeno negli anni da scudetto. Il tutto condito da quel po' di buona sorte - leggi rigore fallito da Caprari - che accompagna certe squadre nelle stagioni migliori. Insomma, il Milan che aspetta la Juve è una squadra pronta e senza paure. Affrontarla da primatisti dopo 15 giornate è un miracolo che ci si è rassegnati a chiamare semplicemente realtà. Superare anche questo ostacolo, continuando a tenersi dietro tutti, sarebbe un altro duro colpo per le inseguitrici. Tutte, Inter per prima.  

Benevento-Milan, le immagini del match

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