Logo SportMediaset

Seguici anche su

MILAN

Messaggi al campionato? Nessuno, ma la lepre Max non si fa mai riprendere

Il profilo resta basso perché "mancano ancora tante partite", ma un dato allarma chi insegue: quando è in testa alla settima giornata Allegri vince sempre lo scudetto

di Alessandro Franchetti
20 Ott 2025 - 13:21

Sette giornate per mettere il muso davanti a tutti gli altri "cavalli" del campionato e riportare il Milan in testa alla classifica dopo tre anni. Con due importanti allegati. Il primo, fonte Massimiliano Allegri, nel nome della prudenza: "Avanti con entusiasmo, ma senza esaltarci che è ancora lunga". Il secondo, che il tecnico toscano nasconde, è per chi insegue: attenzione, perché la lepre Max non si riprende mai. La nota è puramente statistica e, di conseguenza, aleatoria e significativa il giusto, ma i numeri del passato dicono che quando Allegri chiude in testa la settima giornata, a fine stagione stappa sempre per festeggiare la vittoria dello scudetto. E' accaduto già tre volte nei sei titoli messi in bacheca da Max: 2014/15, 2016/17, 2018/19. Sempre guidando la Juve. Una casualità? Può essere, ma da maneggiare con grande cura, perché se è stato capace di vincere anche inseguendo, non ha mai perso quando era lui da inseguire.

L'allegrismo, filosofia calcistica forgiata su basso profilo e concretezza, ci dice che le squadre dell'allenatore del Milan non giocano magari un calcio entusiasmante, ma vincono e portano a casa punti grazie alla grande solidità difensiva e alla capacità di sfruttare ogni occasione in attacco. Per questo, il tecnico toscano sottolinea ogni volta che lo scudetto lo vince chi subisce meno reti (fin qui i rossoneri hanno la seconda miglior difesa con quattro gol al passivo, uno in più della Roma di Gasperini) ma anche chi sa portare a casa i punti più sofferti, oggi si direbbe sporchi. I tre contro il Napoli, ad esempio, strappati con la squadra in dieci per quasi un tempo. O quelli di ieri sera, in rimonta, dopo che il gollonzo di Gosens sembrava aver compromesso la gara. E per lo stesso motivo è ancora intimamente molto arrabbiato per i due punti lasciati all'Allianz contro la Juve a causa del rigore fallito da Pulisic

In tutto questo la sua grande dote è quella di tenere una linea mentale stretta, prammatica, estremamente lucida. Un punto a fine anno può essere un punto in più e un centimetro, un metro o quattro lunghezze non cambiano la misura del successo, che tale rimane, quale che sia la strada compiuta per raggiungerlo. Perciò rimettere il muso davanti, con Inter, Napoli e Roma incollate alle sue spalle, è comunque un modo per cominciare una lunga fuga da lepre. Ha vinto scudetti anche di rincorsa (con il Milan nel 2010/11 ad esempio o con la Juve nel 2015/16 e nel 2017/18), ma non li ha mai persi quando è stato inseguito. "Messaggi al campionato?", gli hanno chiesto. "Nessuno", ha risposto. Ma un messaggio c'è e va preso tremendamente sul serio.