Logo SportMediaset

Seguici anche su

IL PERSONAGGIO

Il Milan scopre il leader Gabbia: guida la difesa, "salva" Leao e... chiude il mercato

Punto di riferimento della seconda retroguardia del campionato: ecco perché non è più così necessario un top player davanti a Maignan

di Alessandro Franchetti
21 Ott 2025 - 10:06

Non ha bisogno di una fascia per giocare da capitano e per informazioni basta rivolgersi a Rafa Leao. L'immagine è tra le più belle della domenica sera: il portoghese segna il rigore del sorpasso alla Fiorentina che vale il primo posto del Milan in solitaria e lui, Matteo Gabbia, corre verso il compagno, per primo, un po' per abbracciarlo, molto per tenergli la maglietta che si stava sfilando guadagnandosi una logica, e imprudente, ammonizione. Roba da leader, da giocatore maturo e lucido, da uomo squadra tout court. Da capitano senza fascia, appunto. La crescita di Gabbia, nell'ultimo anno, è stata evidente ed esponenziale. Era tra i migliori della difesa rossonera già nella scorsa, disastrosa, stagione. Lo è ancora di più oggi, che Allegri ha trasformato la linea davanti a Maignan in una linea Maginot, con Tomori e Pavlovic a mettere muscoli e gamba e Gabbia a guidare da play. Risultato: seconda miglior difesa del campionato con quattro gol subiti. Rispetto al recente passato sembra un'altra era geologica.

Domenica sera, al netto dello sfortunato errore in occasione della rete di Gosens (ma gran parte della colpa è di Maignan, ndr), la sua partita è stata perfetta. Mai un metro lasciato a Kean, mai un duello perso, di testa o di piede, di fisico o con intelligenza. Serviva un top player al centro della retroguardia, forse oggi non è poi così necessario. Certo, numericamente farebbe comodo, ma il posto in squadra di Gabbia oggi è più saldo che mai. Un intoccabile come pochi altri, una specie di Modric traslocato davanti a Maignan, esperienza e saggezza al centro del progetto. Un anno fa lo ha richiamato in Nazionale Spalletti. Gattuso lo ha confermato di recente, certificandone la crescita tecnica e mentale. E' diventato solido e non è un caso che la sua faccia abbia fatto spesso capolino lo scorso anno davanti alle tv. C'era da raccontare una sconfitta e arrivava lui. Sempre. Prolungamento della società in alcune occasioni, in sostituzione della società altre volte. Il Milan e Allegri adesso si affidano a lui e puntano su di lui. Per una fiducia che, oggi, sembra molto ben riposta.