Col croato in panchina una squadra discontinua, con buoni segnali iniziali e un calo evidente nella seconda parte della sua gestione
di Stefano Ronchi© IPA
Arrivato il 23 marzo 2025 sulla panchina della Juventus per sostituire Thiago Motta e confermato dopo aver centrato la qualificazione alla Champions, Igor Tudor ha guidato i bianconeri per 24 partite prima dell'esonero, chiudendo con un bilancio complessivo di 10 vittorie, 8 pareggi e 6 sconfitte e un computo totale di 39 gol fatti e 29 subiti. Numeri che fotografano un percorso altalenante, fatto di qualche buon segnale iniziale e di una progressiva perdita di brillantezza, certezze e idee gara dopo gara.
Dopo un discreto Mondiale per Club e un avvio di stagione promettente, la squadra ha faticato a trovare equilibrio tra fase offensiva e difensiva, alternando prestazioni convincenti a passaggi a vuoto costati punti e fiducia. Le statistiche raccontano una Juventus costantemente alla ricerca di identità, capace di esprimere sprazzi di gioco, ma anche troppo discontinua e incisiva sottoporta per imporsi ai vertici.
Il ciclo di Tudor: 24 gare e il calo autunnale
Il bilancio complessivo del tecnico croato parla chiaro: 10 successi, 8 pari e 6 sconfitte tra campionato e coppe. Col croato in panchina, i bianconeri hanno segnato una media di 1,3 gol a partita, ma ne hanno subiti quasi altrettanti (1,2). Grazie a una serie di vittorie consecutive che avevano riportato entusiasmo e solidità, alla Continassa la stagione 2025/2026 sembrava iniziata nel migliore dei modi nel segno di Tudor. Col passare delle settimane, però, in autunno la squadra ha smarrito fluidità e concretezza, faticando a trovare soluzioni offensive efficaci e mostrando anche una flessione importante in fase difensiva, segnale di una tenuta mentale e fisica calata progressivamente.
La striscia negativa
L'inversione di tendenza è arrivata dopo la vittoria con l'Inter, tra settembre e ottobre, con otto partite consecutive senza vittorie tra Serie A e Champions League. Un periodo buio segnato da infortuni, rotazioni forzate, confusioni tattiche in attacco e difficoltà nel proporre gioco e segnare. I tanti pareggi contro squadre di medio-bassa classifica e le ultime quattro gare senza gol poi hanno fatto il resto, incidendo sul morale e sulla classifica fino all'esonero del tecnico, che ha chiuso in bianconero con una media punti di 1,58.
Un progetto mai decollato
Dal suo ritorno alla Continassa dopo l'avventura da vice di Pirlo, in questi sette mesi Tudor non ha mai davvero convinto e la sensazione è che sia stato protagonista di un progetto mai decollato. Dal suo arrivo il croato aveva puntato su un calcio aggressivo e dinamico, ma la mancanza di continuità e di una rosa pienamente adatta al suo stile hanno frenato i risultati, l'entusiasmo e il feeling col club. Dentro lo spogliatoio il messaggio del tecnico si è affievolito col passare dei mesi e, di fronte ai numeri impietosi e alle prestazioni delle ultime uscite, la società ha deciso di interrompere il rapporto. Un divorzio annunciato.