SQUADRA DEL DECENNIO

Agnelli, un decennio indimenticabile: la top 11 della sua Juventus è stellare

Dieci anni da presidente per Andrea, figlio di Umberto: ecco la formazione ideale 2010/20

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Il 28 aprile 2010 Andrea Agnelli - grazie a un annuncio di John Elkann - diventava “de facto” presidente della Juventus. In realtà l'investitura ufficiale sarebbe arrivata il 19 maggio, ma pochi giorni sono briciole in una vita passata in bianconero, sulla scia di papà Umberto e dello zio Gianni. Sotto la sua presidenza sono arrivati 16 trofei e una lunga lista di campioni. Al punto che schierare una formazione ideale (e credibile) della Juventus 2010-2020 è arduo, perché presuppone scelte dolorose ed esclusioni eccellenti.

Alcuni punti-cardine vanno fissati, però. Ad esempio, la presenza di Buffon in porta e la difesa a quattro, introdotta da Massimiliano Allegri nel 2015 dopo l'era-Conte. Davanti a Gigi c'è posto per Stephan Lichtsteiner, maratoneta della fascia destra e vincitore di sette scudetti: suo, tra l'altro, il primo gol della nuova era bianconera, nella “prima” dell'allora Juventus Stadium in una gara ufficiale. A sinistra, Alex Sandro vince di un soffio il ballottaggio con un Patrice Evra importante nel raggiungimento della finale di Champions League del 2015: il francese, tuttavia, è rimasto a Torino solo due anni, a differenza dell'ex Porto, che veste il bianconero dal 2015. Per i centrali, l'irrinunciabile è Giorgio Chiellini, condottiero e - dal 2018 - capitano: otto scudetti consecutivi (striscia ancora aperta) conquistati da protagonista indiscusso, il numero 3 è forse uno dei pochi giocatori attuali a non sfigurare in una ipotetica Juventus “all-time”. Chi accanto al “Chiello”? Il posto se lo giocando Leonardo Bonucci e Andrea Barzagli, due totem della BBC. Il partner ideale accanto a un marcatore rude come Chiellini sarebbe un regista difensivo: tuttavia, pesa il “tradimento” del 2017 con cui Leo andò al Milan; trasferimento che non cambiò le gerarchie del calcio italiano, perché la Juventus vinse comunque scudetto e Coppa Italia, con Barzagli che, seppur a fine carriera, fu scelto da Allegri in tutte le partite più importanti. 

Il centrocampo è il reparto in cui si va più sul sicuro. Indiscutibile la regia di Andrea Pirlo, testa pensante di una squadra arrabbiata dopo anni di delusioni: l'ex milanista arrivò a Torino nel 2011 e divenne il faro della Juventus imbattuta (in campionato); ulteriori tre anni con altrettanti scudetti, una Coppa Italia e l'amarezza di aver chiuso in bianconero con un k.o. in finale di Champions League. Con Pirlo davanti alla difesa il pallone è in banca, dunque serve un mastino che possa riprenderla dai piedi avversari: chi meglio di Arturo Vidal? Uno degli acquisti più sottovalutati dell'estate 2011, segnò all'esordio e si prese di forza il posto tra i titolari per non mollarlo più, divenendo anche rigorista. Il cileno, per un quadriennio alla Juve, è stato molto apprezzato da Conte, Allegri e i tifosi, anche dopo la cessione al Bayern Monaco: di “8” così capaci di unire forza fisica, tempra e piedi tutt'altro che disprezzabili (48 gol in bianconero) ne sono passati pochi in questo decennio. L'altro posto da interno di centrocampo se lo prende Paul Pogba, uno dei colpi low-cost più incredibili di Beppe Marotta: colosso d'ebano con tecnica da trequartista, il “Polpo” si affermò giovanissimo nell'ottobre 2012 con un gol al volo nella sfida contro il Napoli, per poi ripetersi con Bologna, Siena e Udinese. Anche lui restò a Torino per quattro anni, poi una cessione da 105 milioni che finanziò i colpi di quell'estate.

Il trio d'attacco ha un punto fermo, che è Cristiano Ronaldo. Si può obiettare che il portoghese sia a Torino da soli due anni (anzi, uno e mezzo), ma - oltre a un valore assoluto indiscutibile - è il simbolo della Juventus che punta dichiaratamente alla Champions League. C'è un prima e un dopo CR7: se fino al 2018, anche con una finale raggiunta, Allegri continuava a dire “L'obiettivo è passare il girone”, con l'arrivo di Cristiano Ronaldo nascondersi non era davvero più possibile. A fare compagnia al portoghese c'è anzitutto Paulo Dybala: la Joya, a Torino dal 2015, fu subito protagonista di una grande rimonta-scudetto e tra il 2017 e il 2018 ha regalato lampi di classe cristallina, forse i più puri mai visti in dieci anni di Juventus. L'avvento di Ronaldo lo ha tolto dai riflettori per qualche partita, ma nell'ultima stagione la convivenza stava andando discretamente: 13 gol l'argentino, 25 l'ex madrileno. Con tutta questa classe, il terzo di attacco deve essere un uomo di corsa. Il dubbio è tra Carlitos Tevez e Mario Mandzukic: il croato, sempre decisivo quando più contava, forse avrebbe avuto qualcos'altro da dire, seppur il gioco di Sarri non lo favorisca affatto. Tuttavia, la bilancia pende dalla parte di Tevez, decisivo nel dare una mentalità europea nel passaggio da Conte ad Allegri: per l'Apache sono 50 gol in 96 presenze, spalmate su due anni, mentre Mandzukic ne ha accumulati 44 nonostante abbia giocato in bianconero tre anni in più.

In definitiva, la Juventus 2010-2020 si schiererebbe così: Buffon; Lichtsteiner, Chiellini, Barzagli, Alex Sandro; Vidal, Pirlo, Pogba; Tevez, Cristiano Ronaldo, Dybala. Rimangono esclusioni eccellenti: c'è una “panchina” dorata con giocatori del calibro di Szczesny, Bonucci, Evra, Marchisio, Higuain, Pjanic, Khedira, Dani Alves, Mandzukic e Morata. Ad allenarli, uno tra Conte e Allegri: gli juventini sapranno già la risposta.

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