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L'EX PRESIDENTE

Massimo Moratti, 80 anni col nerazzurro nel cuore: "Inter scelta di vita. Recoba forte perché pigro, Mourinho l'allenatore perfetto"

L'ex presidente in occasione del suo compleanno si è raccontato ai canali ufficiali del club

16 Mag 2025 - 12:13

L'amore per l'Inter a guidare ogni scelta, ma come accade nelle migliori relazioni "è probabile che io abbai sbagliato diverse volte". Massimo Moratti compie 80 anni e per l'occasione ha raccontato il suo rapporto con il nerazzurro: dalla nascita della "fede" fino al rapporto coi giocatori. 

"ESSERE PRESIDENTE È RESPONSABILITÀ E PRIVILEGIO"

"Grande senso di responsabilità nell'essere presidente arriva del dovere verso questo club e anche perché papà è stato un grande presidente di successo dell'Inter. Ma sopra tutto c'è stato il piacere di aver ricoperto questo ruolo e di poter trattare ogni giorno qualcosa che amavo: è stato un privilegio per cui ringrazio il cielo". 

"L'AMORE PER L'INTER NASCE DA BAMBINO"

"Prima che papà diventasse presidente mi portava allo stadio: avevo meno di 10 anni. Lui seguiva sempre, andava anche in trasferta nei posti più lontani. In casa sentivamo tantissimo la passione per l'Inter, tanto che poi nel '55 papà è diventato presidente. Quando lo scoprì ho pensato 'bellissimo', ma era un uomo talmente straordinario che non ci stupì più di tanto: avrebbe potuto fare qualunque cosa"

"REGALO A PAGAMENTO"

"Poi nel 1995 mi sono fatto un regalo "a pagamento": è stato il piacere di ritornare a respirare quell'ambiente, la passione di tutti gli interisti. E alla fine mi ha dato tutto quello che mi aspettavo: riguardando indentro mi meraviglio quanto sono riuscito a tenere duro. Ma poi c'è stato il lieto fine..."

Moratti, 18 anni alla guida dell'Inter: 16 trofei e l'impresa Triplete

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"RONALDO HA RILANCIATO L'INTER NEL MONDO"

"Ho preso Ronaldo perché mi piaceva: era venuto in questo ufficio quando giocava ancora in Olanda. Mi ha lasciò una figurina che ho ancora di quando giocava al Psv. Mi fece un'ottima impressione: era sveglio e simpaticissimo. Poi c'è stata quest'occasione con il Barcellona, ero appena arrivato nel calcio e gli altri presidenti non pensavano mai che potessi fare una cosa del genere. Ho preso tutti in contropiede, uscendo dalle regole non scritte del calcio: per me fu un sogno, veniva qui con altri giocatori formidabili che stavamo aggiungendo alla rosa. Era proprio un sogno che man mano si concretizzava. Ronaldo è stato quello che ha rilanciato l'Inter nel mondo".

"SKOGLUND, CORSO, BECCALOSSI E RECOBA"

  

Giocatore che ho amato di più? Corso in assoluto. Ci pensavo ieri: i quattro giocatori che fanno la storia dell'Inter sono Skoglund, Corso, Beccalossi e Recoba. Per me sono quatto giocatori che sono il sogno realizzato di una persona a cui piace il calcio. A questi sono più calcisticamente legato. Tra i miei, sono affezionato a tutti: ricordo una volta che ho provato la pressione in spogliatoi a Napoli. Tutti i ragazzi erano spaventati. Mi è rimasto in mente di quanto mi volessero bene".

"MOURINHO L'ALLENATORE PERFETTO"

Con gli allenatori invece? Non posso dire altro che Mourinho. Rapido, razionale, intelligente, di successo. Ha avuto fiducia in quello che gli ho detto, quindi da quel punto di vista è stato l'allenatore perfetto. Poi ero affezionato a Hodgson, che era un signore, Mancini, Simoni, persona dolcissima, con cui mi sentivo anche un po' in colpa. Se avessi avuto Inzaghi? Saremmo andati d'accordo. Lo vedo nelle interviste: non si dà un tono, è pacato, intelligente...è bravissimo. Se tiene lo stesso atteggiamento con i giocatori, capisco perché si affezionino e abbiano fiducia in lui: i risultati sono conseguenti. Poi mi diverte moltissimo vedere la sua squadra giocare: mi piace perché ha proprio un bel gioco. Sa approfittare delle debolezze dell'avversario ma soprattutto impone la propria razionalità nel giocare. 

"UN CAMPIONE IN ATTACCO NEL DNA DELL'INTER"

"Ogni tanto esageravo con gli acquisti in attacco: c'erano volte che quelli in panchina erano meglio di quelli in campo. Ma è sempre stato una peculiarità dell'Inter avere un campione davanti. Oggi ce ne sono due, perché anche Thuram sinceramente è una mossa stupenda: un ragazzo che mi sembra bravissimo in campo e fuori. Serve sempre un ragazzo felice dentro lo spogliatoi. 

"ADRIANO SI È ROVINATO, RECOBA ERA PIGRO"

I più grandi what if? Adriano. Sembrava talmente forte in tutto... si è un po' rovinato con una specie di esaurimento. Recoba avrebbe potuto fare di più perché era pigro, ma bisogna pensare che giocava così proprio perché era...pigro. Cambiandogli il carattere magari non sarebbe più stato lui. Per me lui era il più interessante: sapeva fare tutto. Solo che lo faceva quando voleva lui.

"INTER-SAMPDORIA LA PARTITA CHE PORTO NEL CUORE"

La partita che non mi stanca mai? Ce ne sono state tante, ma ricordo sempre quella che perdevamo 0-2 in casa con la Sampdoria: in tre minuti abbiamo fatto 3 gol e l'abbiamo ribaltata. 

"FACCHETTI INCARNAVA L'INTERISMO"

L'Interismo? Facchetti. Era un atleta completo, non solo fisicamente. Curava il corpo ma anche la mente. Quando si è ritirato veniva da me in campagna per giocare con me, Rivera e altri tre calciatori. Lui si meravigliava che ogni volta che arrivava stavo mangiando.... mi rimproverava: 'Dovevi mangiare sta mattina, tra un'ora c'è la partita'. Era proprio bravo sia da calciatore che da dirigente: aveva dei valori differenti dagli altri. 

"INTER COME DIMENSIONE DI VITA"

"L'Inter è una dimensione di vita, diversa da tutte le altre squadre. E anche gli altri tifosi la vedono così. Per me l'Inter è stata una scelta prima di tutto: non è una cosa che ti capita. Grandissimo senso del dovere e rispetto, però bellissimo: un piacere pazzesco. È un amore che vivi nel bene e nel male, ma sempre con l'idea che sei innamorato di questa cosa. Cosa sono stato io per l'Inter? Non lo so. Ho sempre provato a fare sempre quello che ritenevo giusto per la squadra, ma è probabile che io abbai sbagliato diverse volte". 

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