VERSO INTER-VERONA

Inter, Conte: "Alziamo tutti l'asticella, non sono qui per accontentarmi"

Il tecnico nerazzurro: "Le mie parole a Dortmund erano costruttive. Siamo stati superficiali sul mercato

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"Le mie parole a Dortmund erano costruttive, io sono arrivato qui per cambiare le cose ma tutti dobbiamo alzare l'asticella". Antonio Conte è fermo nella propria posizione e vuole continuare a crescere: "Sono stato chiamato dall'Inter per riportare il club all'eccellenza, per questo non possiamo accontentarci". Nerazzurri in emergenza: "Sono contento della rosa, ma siamo stati superficiali nella costruzione della squadra". 

LE PAROLE IN CONFERENZA

Con che spirito si affronta una squadra in salute come il Verona?
Bisogna stare molto attenti, sapendo che stanno bene, corrono molto e pressano. Dobbiamo essere preparati a questo tipo di partita e non sarà semplice. Dovremo essere bravi a smaltire la sconfitta di Dortmund perché sicuramente può lasciare qualche strascico, ma fa parte del nostro processo di crescita anche questo.

Si è parlato più del suo sfogo post Dortmund che della prestazione: è giusto?
Non lo vedevo come uno sfogo, ma una maniera con un fondo costruttivo per cercare di capire dove abbiamo commesso qualche errore, senza additare nessuno e mettendomi per primo dentro la situazione. I media l'hanno visto come sfogo, io l'ho fatto in maniera costruttiva. Sono stato chiamato qui per cambiare i giri del motore dell'Inter degli ultimi nove anni e ogni cosa che faccio la faccio per migliorare le situazioni e capire che si può e deve fare meglio, perché siamo l'Inter. Privatamente i dirigenti sono i primi a riconoscere che certe cose potevano essere fatte meglio a inizio stagioni. Non ho problemi con loro perché la pensiamo uguale.

Sei preoccupato per gli infortuni?
Ci porta a fare riflessioni. Quando affronti due competizioni così importanti capita di affrontare certe situazioni e proprio per questo dovremo essere più bravi in futuro a cercare di ovviare questo tipo di situazioni. Preoccupato... mi fido molto di questo tipo di calciatori che sta facendo cose straordinarie e in grande difficoltà, che è oggettiva, dopo sette partite in venti giorni. Sono preoccupato da una parte perché stiamo rimanendo in pochi, ma dall'altra ho grande fiducia perché questi ragazzi mi stanno dando l'anima e vedo ampi margini di miglioramento. E' un gruppo giovane, ma non dobbiamo dare alibi a nessuno perché siamo l'Inter e dobbiamo tornare a competere per obiettivi importanti. E' giusto che io alzi l'asticella.

Ha idee nuove per la fase offensiva visti gli infortuni?
Idee in questo momento è portare un ragazzo della Primavera in rosa, alternare Fonseca e Vergani con noi. Non vedo altre alternative in attacco. Ho comunque grande fiducia in Lautaro, Lukaku e anche in Esposito e non avrei alcun timore a farlo partire dal primo minuto. Cercheremo di far crescere con noi anche i ragazzi del settore giovanile.

Come stanno gli infortunati?
D'Ambrosio si sta allenando da una settimana con noi, ma avverte ancora un po' di fastidio. Si è fratturato un dito e non può tornare a disposizione da un giorno all'altro. Bisogna capire la sopportazione nel calciare la palla, e lui è uno che non si risparmia mai. Vediamo la sua disponibilità. Sensi viene da un problema all'adduttore e sta faticando a recuperare bene dal problema. Ho cercato di gestirlo tra Bologna e Dortmund e vediamo che tipo di situazione ci sarà per il Verona. Valuteremo, ma sapendo che dopo questa partita c'è la sosta di 15 giorni, faremo analisi mordendoci il labbro. Bisogna essere freddi e intelligenti per prendere la migliore decisione e non pagarne le conseguenze in futuro.

L'Inter soffre quando deve difendere bassa?
Non posso dare torto, le situazioni ultimamente hanno detto questo. Per noi è molto meglio quando riusciamo a stare alti e a dare pressione. Questa è una squadra che ha segnato più di 30 gol e ne abbiamo incassati di più rispetto alla media, ma c'è da lavorare e cercare di tornare a gioire anche per avere mantenuto la porta inviolata. Attacchiamo in undici e anche nella fase difensiva è una questione che riguarda tutta la squadra, non possiamo addossare colpe specifiche a un settore. Tutta la squadra deve migliorare.

I tuoi richiami sono anche alla mentalità dell'ambiente: c'è il rischio di accontentarsi?
Quando parlo di strategia, fa parte anche questo. Non penso di essere stato chiamato all'Inter per non cambiare niente, sono qui per cambiare qualcosa rispetto agli ultimi nove anni dove l'Inter è rimasta fuori dalle lotte per vincere. Spalletti ha fatto un grandissimo lavoro e me ne sto rendendo conto, io sono qui consapevole che è un momento storico difficile perché chi ci è davanti lo è da molto tempo e sono molto strutturati, la Juventus così come altre squadre. Io porto aspettative, le metto su me stesso, ma non posso mantenerle solo su me stesso: tutti quanti bisogna cambiare giri del motore se vogliamo tornare protagonisti come vuole il presidente. Tutto ciò che faccio lo faccio per il bene dell'Inter, poi se creo difficoltà a qualcuno questo mi dispiace, ma sono stato chiamato per questo. Nel momento in cui dovessi accorgermi che non possiamo fare quello per cui sono stato chiamato, diventa difficile. Io non posso snaturarmi: chiedo tantissimo a me stesso e al mio staff, perché dobbiamo cercare l'eccellenza. Lavorando per l'eccellenza non possiamo accontentarci. Io non posso accontentarmi, dobbiamo spingere e alzare l'asticella tutti. Altrimenti la storia sarà sempre uguale negli anni e sarebbe un peccato perché a me vivacchiare non piace, e questo voglio farlo capire.

Cos'è andato storto nel secondo tempo a Dortmund?
A Dortmund ho preferito parlare di altre cose a caldo. Non so se per mancanza di forze nostre o per la forza dell'avversario, nella ripresa ci hanno costretto a difendere nella nostra metà campo e siamo andati in difficoltà. L'input era di aggredirli alti prendendoci qualche rischio, ma ci hanno costretto dietro. Siamo arrivati nel secondo tempo senza avere la forza per difenderci alti e con intensità, oppure il Dortmund è stato così forte da costringerci a restare dietro. Noi stiamo provando a condurre sempre la partita nella metà campo avversaria, anche perché ultimamente nella nostra parte di campo fatichiamo. Anche a livello mentale possiamo diventare un pelo più forte per resistere durante la tempesta.

Credi ancora nel passaggio in Champions?
Ci sono momenti in cui sono delle occasioni da prendere. Vincere a Dortmund ci avrebbe cambiato la vita in chiave qualificazione. Per quello che abbiamo fatto vedere tra Barcellona e Dortmund c'è grande rimpianto per quello che poteva essere e invece non è. Abbiamo poche chances di passare il turno, ma iniziamo a vincere noi e non guardiamo gli altri.

La squadra la senti totalmente tua?
Assolutamente sì. Le scelte di mercato si fanno sempre insieme al club, sapendo quello che si può fare o meno. L'unica recriminazione è che quando abbiamo programmato la rosa non abbiamo messo in preventivo alcune situazioni che erano già accadute in passato. Per il resto sono contento della mia rosa, ancora più adesso che li ho conosciuti uno a uno. Sono tutti ragazzi affidabili al 100%. Però a livello numerico siamo stati superficiali, e lo dico in maniera serena. Possiamo accelerare il percorso di crescita, ma certi step non possono essere saltati.

 

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