Perché è sbagliato separarsi con l'uomo squadra
di Bruno Longhi
A quanto pare il matrimonio tra l’Inter e Lele Oriali è giunto al capolinea. Si attende solo l’ufficialità, il momento in cui verrà sancito il divorzio. E questo nuovo capitolo della storia nerazzurra è per lo meno sorprendente anche se qualcuno-subito dopo l’addio di Conte-aveva ipotizzato che ciò potesse inevitabilmente accadere.
Tuttavia succede non per scelta del dirigente, che vorrebbe rimanere per onorare al meglio anche il prossimo anno di contratto, ma per decisione della società. Sia chiaro che ogni club ha dalla sua la possibilità di scegliersi i collaboratori più adatti e di chiudere il rapporto con coloro che non ritiene più in linea con i propri programmi.
Ma nel caso di Oriali, mi è difficile capire il perché di questa separazione. E mi rifiuto di credere a coloro che tentando di spiegarne la motivazione, ritengono che la sua colpa è –o è stata- quella di essersi schierato dalla parte di Antonio Conte, a sua volta colpevole di aver portato lo scudetto nella Milano nerazzurra dopo 11 anni di astinenza.
Una colpa, quella di Oriali, che per gli osservatori neutrali è invece un grande merito. Lo stesso che aveva avuto in passato accompagnando in panchina e ad Appiano Gentile i successi di Roberto Mancini e Josè Mourinho. Oriali è una storia nerazzurra che parte da molto lontano, dal settore giovanile frequentato negli anni Sessanta e passata attraverso scudetti e coppe da calciatore, scudetti e coppe-e che coppe – da dirigente.
La storia la conoscono tutti.Ma evidentemente non pare essere così importante. Inoltre c’è pure un altro aspetto stridente in questa faccenda.Ed è quello economico.Se Suning ha pianificato di tagliare i costi degli stipendi, per quale motivo liquida Oriali e assume un suo successore e non a costo zero?
In futuro ne sapremo di più. E comunque un grosso in bocca al a lupo a Riccardo Ferri, altro pezzo di storia interista, indiziato numero uno a divenirne il successore.