L'ANALISI

I due volti della Juve bastano per vincere: ora l'ostacolo Lisbona

Momenti di pressing alto e d'iniziativa, alternati a un atteggiamento passivo: ai bianconeri sono sufficienti comunque Gatti e Perin per i tre punti

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Vincere è l'unica cosa che conta, ormai si sa. Non è importante il modo, e chi se ne importa se segna un difensore e se il portiere di riserva si traveste da Superman. O che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Quello che conta è andare a Lisbona avendo a disposizione due risultati su tre per arrivare alle semifinali di Europa League. La Juve si dimostra comunque più forte della sfortuna, che la priva del portiere titolare (ma ha una rosa talmente di alto livello da permettersi un sostituto che sarebbe tra i pali di qualunque altra squadra al mondo) e di uno Sporting più propositivo e meglio messo in campo.  

Rispetto ai corti musi del resto della stagione, in ogni caso, questa volta i bianconeri hanno messo in mostra un coraggio che, seppure a sprazzi, fa ben sperare per il futuro. Già nel secondo tempo con la Lazio si era visto il tridente e un atteggiamento offensivo che aveva annichilito l'Olimpico biancoceleste. Contro i portoghesi la Juve ha saputo alternare momenti di pressing alto particolarmente efficace, a stati di attesa abbastanza rischiosi quando lo Sporting riusciva a imbucarsi tra i reparti bianconeri portando tanti giocatori oltre la linea della palla. Resta da chiedersi cosa sarebbe successo se al posto del ragazzino Chermiti, assolutamente non all'altezza di una partita di questo livello, ci fosse stato il titolare Paulinho.

Meglio per una Juve che ha saputo sfruttare il suo proverbiale cinismo accompagnato, per l'occasione, a una disposizione più offensiva, almeno sulla carta, con Di Maria a destra libero di accentrarsi e cercare palloni in profondità per i movimenti dei compagni e un Chiesa particolarmente mobile che lasciava spazio sulla fascia agli inserimenti di Kostic. In mezzo Milik, vista la limitata quantità di palloni ricevuti, si è ritrovato a svolgere il ruolo di Vlahovic-bis, cioè quello di capro espiatorio di una manovra che lo coinvolge poco. L'importante è comunque il risultato e se la Juve non si farà ingolosire dalla voglia di pareggio a tutti i costi, portandosi lo Sporting nella propria trequarti al ritorno, la semifinale può essere un traguardo molto vicino

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