Comunicato dei merengues e appello a Fifa, Uefa e al Consiglio supremo dello Sport per vietare la disputa della gara di Liga all'estero
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"Il Real Madrid desidera esprimere ai propri soci, simpatizzanti e agli appassionati di calcio in generale il proprio più fermo rifiuto alla proposta di disputare fuori dalla Spagna l’incontro corrispondente alla 17ª giornata di Liga tra il Villarreal e il Barcellona". Comincia così la dura presa di posizione dei merengues - espressa attraverso un comunicato - contro l'approvazione da parte della Federcalcio spagnola di far disputare la gara di Liga all'estero.
"La misura, promossa senza alcuna informazione né consultazione preventiva con i club partecipanti a tale competizione, viola il principio essenziale di reciprocità territoriale che regola i campionati con gare di andata e ritorno (una partita in casa e l’altra in trasferta), alterando l’equilibrio competitivo e conferendo un indebito vantaggio sportivo ai club richiedenti - prosegue la nota del Real Madrid - L’integrità della competizione esige che tutte le partite si disputino alle stesse condizioni per tutte le squadre. Modificare unilateralmente questo regime rompe l'uguaglianza tra i contendenti, compromette la legittimità dei risultati e crea un precedente inaccettabile che apre la porta a eccezioni basate su interessi estranei all'ambito puramente sportivo, con evidenti ripercussioni sull’integrità della competizione e rischio di alterazione del torneo. Se questa proposta venisse attuata, le sue conseguenze sarebbero così gravi da segnare un prima e un dopo per il mondo del calcio". Poi le richieste, già avanzate, alla Fifa "affinché, in quanto garante delle regole internazionali del calcio, non autorizzi la disputa della partita senza il previo consenso di tutti i club partecipanti alla competizione; alla Uefa affinché, come garante dell’integrità delle competizioni europee e della coerenza normativa con la FIFA, solleciti la RFEF a ritirare o negare la richiesta, ribadendo il criterio stabilito nel 2018 che vieta di disputare al di fuori del territorio nazionale partite ufficiali di competizioni domestiche, salvo circostanze eccezionali debitamente giustificate, che in questo caso non si verificano; al Consiglio Superiore dello Sport affinché non conceda l’autorizzazione amministrativa necessaria senza tale consenso unanime".