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Us Open, Sinner: "A Cincinnati ho avuto un virus, tra due giorni sarò al 100%"

Il campione azzurro: "Fisicamente mi sento bene, mi sono ripreso quasi del tutto. Il numero 1 posso perderlo e riprenderlo" 

22 Ago 2025 - 22:24

Dopo il ritiro nella finale del Masters 1000 di Cincinnati, Jannik Sinner si è presentato in conferenza stampa a Flushing Meadows in vista dell'esordio agli Us open contro Vit Kopriva. "Sono molto felice di essere tornato qui. È un grande torneo - ha detto il numero uno del ranking Atp -. È ovviamente l'ultimo Slam che abbiamo in questa stagione, quindi le motivazioni sono molto alte". "Fisicamente mi sento bene. A Cincinnati ho avuto un virus che hanno avuto anche altri giocatori - ha aggiunto il campione azzurro parlando delle sue condizioni fisiche -. Mi sono ripreso quasi del tutto, non ancora al 100%, ma puntiamo ad arrivarci in un paio di giorni. Quindi dovrebbe andare tutto bene per il torneo". "Giocare a tennis qui è più facile rispetto a Cincinnati. Le sensazioni sono buone ma dobbiamo migliorare il servizio e stiamo lavorando per questo - ha proseguito -. Sono molto contento di come sono andate queste giornate. Il numero 1 posso perderlo e riprenderlo".

Sinner poi ha parlato anche della rivalità con Carlos Alcaraz: "Siamo due giocatori diversi. Lui è ovviamente molto veloce in campo - ha spiegato Jannik -. Con altri giocatori il punto a volte potrebbe finire, ma lui arriva su certe palle e quindi legge il gioco in modo diverso". "Così ci sono scambi più lunghi. Ora ci conosciamo meglio ed è un gioco molto tattico - ha aggiunto -. Lui prepara le partite in modo diverso rispetto a prima. Io e il mio team facciamo lo stesso. Abbiamo stili diversi, di gioco ma anche come siamo dentro e fuori dal campo". "Siamo semplicemente diversi - ha proseguito Sinner -. Allo stesso tempo però è bellissimo da vedere, perché rende tutto molto interessante".

"L'unica cosa che abbiamo in comune è che ci alleniamo duramente - ha aggiunto l'altoatesino parlando ancora del suo rivale numero uno nel circuito -. Facciamo scelte in funzione del tennis. In questo momento è la nostra priorità, come deve essere, perché sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. È interessante da vivere".

Poi qualche passo indietro e aneddoto sulla strada che l'ha portato nel gotha del tennis. "Ai miei genitori dissi che se a 23 o 24 anni non fossi stato nei primi 200 avrei smesso, perché non potevamo permettercelo con i soldi che avevamo - ha spiegato Jannik -. Viaggiare per i tornei costa tanto. Se hai un coach, ancora di più. Sono stato molto fortunato perché già a 18 anni ho iniziato a guadagnare e lì mi sono sentito più sicuro. Quando sei giovane, dici che è solo un sogno, non ci credi nemmeno davvero". "A volte dicevo che volevo diventare numero 1 del mondo o vincere uno Slam, ma erano solo sogni - ha continuato Sinner -. La posizione in cui sono oggi era ben oltre i miei sogni. Adesso è diverso. Ora capisco il mio potenziale. Capisco che se gioco bene posso vincere tornei. La prospettiva è diversa". "Ma se mi chiedi da giovane, il mio sogno era solo entrare nei primi 100 - ha proseguito -. Sarebbe stata la mia felicità. Tutto quello che è arrivato dopo è un grande extra".

Poi qualche battuta sull'edizione scorsa dello US Open disputata a pochi giorni dalla rivelazione del caso Clostebol. "Adesso mi sento diverso, certo. L'anno scorso era una situazione molto più stressante, anche perché arrivata proprio prima di uno Slam - ha raccontato l'azzurro -. È stato difficile gestire tutto. Anche per me che sono ancora giovane". 

Infine qualche considerazione sull'edizione degli US Open che sta per iniziare. "È l'ultimo grande trofeo dell'anno. Le cose possono cambiare. Qui conta molto se giochi di giorno o di notte - ha spiegato Jannik -. Ci sono tanti piccoli dettagli che rendono questo Slam diverso". "Per esempio, dormiamo in città e ci vuole un'ora per arrivare - ha aggiunto -. Sono piccole cose, ma se non le gestisci bene diventa difficile giocare al massimo livello. Vediamo. Dico sempre che il futuro è imprevedibile. Non so cosa accadrà stavolta. Ma sicuramente è un torneo molto difficile da giocare".

E infine: "Cosa cambierei del tennis di oggi? Molte cose, ma non vi dico quali..."

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