VERSO ROMA-SASSUOLO

Roma, Mourinho: "Penso al futuro ma il mio DNA dice: vincere il prima possibile"

Contro il Sassuolo il portoghese farà 1000 panchine: "Zaniolo, Pellegrini, Mancini e Smalling tutti disponibili, non piango per la pausa delle nazionali"

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José Mourinho domani toccherà quota 1000 panchine ufficiali in carriera e la Roma ha voluto celebrarlo sui propri canali social con una video intervista. "So che tipo di allenatore sono, conosco la mia esperienza - ha detto lo Special One -. Probabilmente un altro allenatore farebbe altre scelte, cercherebbe la via più facile per il successo. Io cerco più di creare qualcosa di speciale, sostenibile. Non solo per ora, ma anche per il futuro. Questo è il nostro progetto, ma c'è una cosa a cui non posso sottrarmi: la mia natura. La mia natura competitiva. Non posso scappare dal mio DNA".

Getty Images

Poi ha aggiunto: "Voglio vincere il prima possibile, accelerare questo processo e per farlo dobbiamo essere squadra. Ma non posso essere l'unico a provare quelle sensazioni nel mio corpo, con il mio cervello che inizia a bruciare quando si scende in campo. Ho bisogno che più persone la pensino come me".

Nella conferenza della vigilia della sfida col Sassuolo si è poi soffermato su diversi temi, a partire dalla sosta per le nazionali: "È un problema da tanti anni ed è difficile trovare una soluzione. Ci sono tanti interessi diversi in gioco, io ho deciso di non sprecare tempo per cose che non posso controllare. Non è facile accettare che un giocatore ha giocato giovedì alla mezzanotte e che arriva a Roma sabato mattina, ma siamo fortunati che è solo uno. Ci sono altri club con situazione più complicate. Ho deciso di non piangere e di essere positivo. Non c'è altro da fare".

Poi ha parlato delle condizioni di Zaniolo, confermando che è pienamente a disposizione così come Mancini, Pellegrini e Smalling: "Il club è stato cauto lo scorso anno, perché già si parlava del fatto che si potesse allenare con la prima squadra ed essere convocato per l'Europeo. Nicolò ha aspettato con maturità. Io per diverse ragioni non potevo venire in Italia prima del primo luglio, ma dei miei collaboratori sono stati qui per lavorare con lui. L'evoluzione poi doveva andare oltre le cicatrici emozionali ed è stata positiva. Ha avuto il suo tempo, ha lavorato bene in preseason, ha completamente dimenticato il problema avuto. Ha fiducia nel suo corpo e sta bene. Il Carles Perez di Barcellona non l'ho mai visto a Roma, ma quest'anno si vede che ha fiducia e quando gioca lo fa bene. Avere nella stessa posizione Nico e Carles è fantastico. Giocare da nove? Mancini non dà opinioni su quello che faccio io e noi dobbiamo rispettare quello che Roberto fa in Nazionale".

Sereno sul rinnovo di Pellegrini: "Ogni giorno che passa è più vicino a firmare il suo contratto. Di solito è il contrario, ma non con Lorenzo. Non c'è storia in questo. Io lo voglio tanto, la Roma lo vuole tanto e anche lui vuole restare con noi. La situazione è vicina a finire bene. Se il suo procuratore che cerca di fare il meglio per il suo giocatore non decide, io ti dò l'indirizzo del procuratore, voi lo mettete sul giornale e invitiamo i tifosi ad andargli sotto casa (ride, ndr). Scherzi a parte lui è felice del progetto, è il nostro capitano e lo sarà per tanti anni. Mancini e Cristante saranno gli altri due".

Molto soddisfatto anche dell'avvio di stagione di Abraham: "C'è sempre un piccolo dubbio per un calciatore che nasce e cresce in Inghilterra. Loro non escono tanto da Londra e non sempre si adattano, ma il mio dubbio è già passato. È già perfettamente integrato con la squadra e con i suoi amici. Ha una vita fuori e dentro Trigoria, siamo contenti di lui".

Infine una riflessione sulla distanza tra la Roma e le altre big di Serie A: "Dobbiamo pensare a noi, non agli altri. A gennaio verrà il momento di guardare dove siamo e cosa abbiamo fatto. Lì forse possiamo dire che la distanza sarà diversa. Ora non dobbiamo pensare a niente che non sia la prossima partita. Ho letto qualcosa di Allegri quando parla del valore dei punti. Non possiamo scappare da questo, ma siamo una squadra diversa da Juventus, Inter e Atalanta. Loro sono già squadra, con un'ambizione perfettamente definita, noi siamo in crescita. Anche io, come la gente, sono contento di aver vinto le prime partite, ma non penso che siamo già fantastici".

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