Lo sfogo post Bologna ha ricordato la conferenza stampa che anticipò la separazione dagli Spurs
Napoli nella bufera. La sconfitta di Bologna e il successivo sfogo di Antonio Conte hanno aperto ufficialmente la crisi degli azzurri, reduci da due pareggi e una sconfitta nelle ultime tre. A preoccupare ancora più del digiuno da vittorie sono state le parole di Conte che, in più di un passaggio, ha fatto capire di non essere un comandante disposto ad affondare con la sua barca. Una linea già più volte adottata nella lunga carriera del tecnico salentino, diventato uno specialista di successi ma anche di addii al veleno.
Il più recente in ordine di tempo il divorzio con il gli Spurs. Poco prima di lasciare Londra, dopo un Tottenham-Southampton finito 3-3, Conte divampò in una conferenza stampa in cui non risparmio bordate a club e calciatori. Quel giorno, il 18 marzo 2023, il salentino mosse critiche simili a quelle fatte nel post Bologna. "Non siamo squadra: vedo giocatori egoisti che giocano per loro stessi, che non vogliono aiutarsi a vicenda e non ci mettono il cuore". Concetti molto simili a quelli espressi dalla pancia del Dall'Ara: "Non c’è più la voglia di combattere tutti insieme che avevamo. Parlo di cuore, passione, entusiasmo. Un aspetto che viene sottovalutato e che ci ha portato a vincere l’anno scorso. Oggi non siamo squadra: ognuno pensa al suo orticello".
Un altro tasto su cui Conte ha battuto è la mentalità. Il tecnico salentino ha ricordato come il Napoli faccia storicamente molta fatica dopo un traguardo storico ("dopo uno scudetto vinto, siamo arrivati decimi e questo non è stato di insegnamento"), così come nel 2023 rinfaccio al Tottenham una mancanza di mentalità vincente ("Qui i giocatori non sono abituati a giocare per qualcosa di importante, non vogliono giocare sotto pressione).
Le reazioni del mondo Napoli non si sono fatte attendere dopo lo sfogo del tecnico. In primis i tifosi che hanno inondato il web di commenti contro il loro allenatore, tanto da mandare in tendenza l'hashtag #Conteout. La passata stagione i successi della squadra hanno indorato la pillola, ma gli attacchi alla società erano all'ordine del giorno (dalla rosa risicata alle frecciate per sostituzione non adeguata di Kvaratskhelia). Ora però, dopo un mercato ritenuto da tutti più che sufficiente, le prestazioni scadenti della squadra e le conseguenti lamentele di Conte non vengono più accettate: “Tre partite 0 tiri in porta, responsabilità assoluta di Conte, non fa rotazioni per dare respiro a giocatori in affanno. Giocare sempre all’indietro, anche quando si recupera è anticalcio”, il tenore dei commenti sui social.