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L'ANALISI

La mano di Allegri riaccende San Siro: Modric e Pulisic illuminano un Milan da battaglia

Il tecnico rossonero ha compattato ambiente e squadra formando un gruppo pronto a lottare per ogni centimetro. Al resto pensano i fuoriclasse

29 Set 2025 - 07:59
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In attesa di capire quel che sarà per la questione stadio in città, San Siro ha vissuto una serata entusiasmante come non accadeva da tempo a tinte rossonere. Il Milan ha battuto 2-1 il Napoli campione d'Italia, lo ha fatto convincendo nella prima frazione e soffrendo nella ripresa soprattutto dopo essere rimasto in dieci. Il più grande successo dell'Allegri-bis in questo settembre però è stato quello di aver plasmato una squadra, un gruppo unito e combattivo riuscendo, di fatto, in quello che prima Fonseca e poi Sergio Conceiçao nella passata stagione hanno fallito. Al resto pensa la qualità in mezzo al campo con due fari che stanno indicando la rotta sicura ai compagni composta da: Modric e Pulisic.

I due non hanno solo le origini in comune, quelle croate, ma in questo inizio di stagione stanno trascinando il Milan di Allegri con prestazioni al di sopra della sufficienza e anche delle più rosee aspettative. Andiamo con ordine. Mettere in dubbio Luka Modric, uno che vicino al Pallone d'oro in bacheca ha una sfilza di trofei individuali e di squadra, era almeno discutibile già alla vigilia ma l'ex Real Madrid sta stupendo per applicazione in fase difensiva oltre che in regia. Nella battaglia del secondo tempo contro il Napoli arrembante, proprio Modric - 40enne da poco - è stato in prima linea pronto a sporcare ogni pallone e affondare un tackle in più per aiutare il compagno più vicino. Il tutto continuando ad essere il porto sicuro a cui far attraccare i palloni in piena tempesta sia nel primo tempo, trovando poi le giocate in verticale, sia nella ripresa dove l'obiettivo principale del Milan è stato quello di rispedire i palloni al mittente.

Pulisic, invece, ha preso per mano il Milan qualche metro più avanti con una continuità straordinaria anche per il suo talento. Da quando ha vestito il rossonero lo statunitense ha trovato la sua dimensione e la propria migliore versione prendendo parte a 46 gol in Serie A (27 reti, 19 assist) e diventando un fattore tanto dall'inizio quanto partendo dalla panchina. Parole poche, fatti tantissimi. Due fari capaci di illuminare un gruppo finalmente compatto e pronto a difendere ogni centimetro per il compagno, agevolando anche gli inserimenti dei giovani in rosa in momenti delicati di partita come successo con Bartesaghi e Athekame contro gli esterni del Napoli. Una base su cui Allegri sta ricostruendo il Milan per il presente ma soprattutto per il futuro, sempre in attesa di capire se a vivere notti del genere sarà sempre la cornice di San Siro o chissà.

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