A TIKI TAKA

Immobile: “Per sempre alla Lazio: voglio chiudere qui la mia carriera”

Il bomber: "Mi sento responsabile della felicità dei tifosi. Si è creato un legame talmente forte con la società, i tifosi, l'allenatore"

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Non ha dubbi Ciro Immobile, la sua casa è e resterà la Lazio, anche perché è in biancoceleste il suo futuro: "Si fanno delle scelte, ora ho fatto quella di sposare il progetto Lazio fino alla fine della carriera. Mi sento responsabile della felicità dei tifosi. Si è creato un legame talmente forte con la società, i tifosi, l'allenatore. La mia famiglia si trova benissimo a Roma”, ha detto l'attaccante che è stato ospite di Piero Chiambretti a Tiki Taka.

Un faccia a faccia lungo e intenso quello andato in scena su Italia 1, nel quale il bomber si è lasciato andare raccontando tanto di sé: “Si punta al massimo per la propria carriera, ma sono contento di quello che ho trovato e vinto qui, a livello personale e di squadra. Quando sono arrivato la Lazio era a metà classifica, insieme agli altri l’abbiamo riportata in alto. L’amore che mi dà la gente per strada non può mai essere superato da una squadra che prova a vincere la Champions. Andai via dal Torino nel 2014 per andare al Dortmund, la reputavo la scelta migliore, ero giovane e non è stato semplice. Ma quel passo mi ha aiutato tanto, come mi ha aiutato il periodo trascorso in granata".
In studio si toccano tutti gli argomenti, partendo dalle condizioni fisiche: "Ho avuto qualche problemino, con il Sassuolo ho giocato con gli antidolorifici. Quest'anno abbiamo avuto alti e bassi in Serie A, mentre in Champions abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Ma ora ci stiamo riprendendo anche in campionato ed è giusto che si parli più di noi”.
Sul campionato dove ci sono i difensori più duri, l'attaccante ricorda: “Un po' ovunque, sia in Italia che in Spagna e Germania, le ho prese dappertutto”.

Il rapporto con Bellotti, suo compagno di stanza in Nazionale, è uno dei capisaldi: “Con lui mi trovo bene, lui ha sempre quest'energia anche quando è tardi. Io sono un po' più grande di lui, gli dico che dobbiamo andare a dormire presto, anche perché dobbiamo risparmiare energie quando siamo in camera insieme in Nazionale”.

Impossibile non parlare della gestione Ventura con la Nazionale: “Ho avuto sempre un ottimo rapporto nel Torino e me lo sono portato nell'Italia. Ci sono stati un po' di problemi, quando le cose iniziano ad andare male ti senti sotto pressione, in difficoltà. Volevamo partecipare a tutti i costi ai Mondiali, siamo arrivati allo spareggio con troppa paura di non raggiungere il risultato. Non c'era un ambiente sereno ma no, Ventura non abbandonò il ritiro”.
Ora in Nazionale c'è Roberto Mancini: "Stiamo facendo un ottimo lavoro, abbiamo riavvicinato la gente alla Nazionale. Ci stiamo divertendo”.

Tornando alla Lazio e al campionato, Immobile non si nasconde: “Il calcio vive momenti in cui ti senti in formissima, imbattibile. E quello era il nostro momento. Prima del covid eravamo una squadra davvero formidabile, scendevamo in campo con la voglia di vincere ogni partita. Poi ci siamo fatti distrarre un po' troppo, abbiamo perso qualche punto. La Lazio pre-covid poteva stare lì e lottare per lo Scudetto. Inzaghi durante la settimana ha la voce? Dipende, se lo facciamo arrabbiare la perde anche durante l'allenamento”.

Sul fatto di non aver vinto trofei importanti e sulla scelta della Lazio, confessa: “Si punta al massimo per la propria carriera, ma sono contento di quello che ho trovato e vinto qui, a livello personale e di squadra. Quando sono arrivato la Lazio era a metà classifica, insieme agli altri l’abbiamo riportata in alto. L’amore che mi dà la gente per strada non può mai essere superato da una squadra che prova a vincere la Champions. Andai via dal Torino nel 2014 per andare al Dortmund, la reputavo la scelta migliore, ero giovane e non è stato semplice. Ma quel passo mi ha aiutato tanto, come mi ha aiutato il periodo trascorso in granata. Si fanno delle scelte, ora ho fatto quella di sposare il progetto Lazio fino alla fine della carriera. Mi sento responsabile della felicità dei tifosi. Si è creato un legame talmente forte con la società, i tifosi, l'allenatore. La mia famiglia si trova benissimo a Roma”.

Tema Champions League e sul come affrontare il Bayern Monaco, prossimo avversario agli ottavi di Champions, rivela: “Ci vuole un po' tutto. Bisogna fare una partita perfetta, giocare al massimo delle nostre possibilità e cercare di divertirci come facciamo di solito”.
Su quale sfida contro l’Atalanta vorrebbe vincere tra quella in Coppa Italia e quella in campionato, afferma: “Non posso scegliere, dico entrambe. Gioco sempre per vincere, non mi piace perdere”.

Infine, sulle lacrime di Insigne dopo il rigore sbagliato contro la Juve, conclude: “Ho immaginato il momento che stava vivendo in quell'istante. Forse pensava fosse sua la colpa della sconfitta. Ci siamo sentiti il giorno dopo, e gli ho detto che non era vero. Ha avuto il coraggio di andarlo a battere. È un giocatore straordinario, queste cose succedono e fanno parte di quelle sensazioni che ci portiamo dentro quando entriamo in campo”.

 

 

 

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