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L'ANALISI

Vlahovic dalla panchina è incontenibile, Yildiz disegna calcio: la Juve non molla mai ma concede troppi gol

Straordinaria prestazione dell'attaccante serbo contro il Borussia Dortmund. Il turco fa il Del Piero, ma la difesa balla davvero troppo

17 Set 2025 - 07:00
 © IPA

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Dopo i quattro gol rifilati all'Inter in campionato, la Juventus si ripete anche contro il Borussia Dortmund. Questa volta non bastano per vincere, ma il 4-4 di ieri sera all'Allianz Stadium ha molto il sapore di una vittoria, perché ottenuto in maniera davvero rocambolesca proprio all'ultimo respiro. Nell'estate in cui i bianconeri hanno fatto restyling in attacco con gli acquisti di David, Openda e Zhegrova, sono due della vecchia guardia, Vlahovic e Yildiz, a splendere sotto la mole e a rendere per certi versi indimenticabile il debutto di Tudor in Champions League sulla panchina bianconera. Che poi l'uomo della Provvidenza sia Kelly, ancora a segno dopo il derby d'Italia, è un chiaro segnale di una squadra che non molla mai e che non disdegna di essere accompagnata da una certa dose di fortuna, ingrediente fondamentale di questo avvio di stagione, come il carattere che non è mai mancato e ha coperto diverse lacune.

Dicevamo di Yildiz e Vlahovic, il primo che rappresenta presente e futuro e il secondo che doveva essere il passato ma che invece dalla panchina si sta confermando bomber implacabile. Il turco ha giocato un secondo tempo da autentico fuoriclasse assoluto e il gol alla Del Piero è solo la ciliegina sulla torta, visto che ha anche servito un assist e colpito un clamoroso palo. Il serbo, al quarto gol da subentrato, ha fatto letteralmente a pezzi la difesa tedesca: doppietta e assist per Kelly le perle di quella che è forse la sua miglior prestazione da quando è sbarcato a Torino. Da esubero a fondamentale, la strana parabola di Vlahovic che a fine stagione potrebbe salutare a parametro zero.

La gioia di Tudor a fine match è incontenibile e comprensibile, ma guai a dormire sugli allori perché questa squadra ha palesato ancora una volta limiti difensivi evidenti e per larghi tratti della partita ha viaggiato su ritmi troppo bassi per un palcoscenico come la Champions. Il ritorno di Bremer è fondamentale, ma sono troppe le amnesie che hanno concesso ai tedeschi di segnare per ben quattro volte. Di Gregorio ha le sue belle colpe sul gol di Yan Couto, mentre ad Adeyemi e Nmecha è stato lasciato troppo spazio per calciare. Sbavature che potevano costare carissimo, perché non sempre il tridente Yildiz-Vlahovic-Dea Bendata potrà mascherare una fragilità disarmante quando la squadra viene attaccata.

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