Marotta è già oltre la Juve: "Non escludo di accasarmi in un altro top club"

"Orgoglioso di questa squadra frutto del mio lavoro, oltre a quello di Nedved, Paratici e Allegri"

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Il giorno dopo l'annuncio della sua imminente separazione dalla Juve, Beppe Marotta torna a parlare del suo futuro lontano dal club bianconero: "Smentisco di puntare alla Federcalcio. Non escludo invece di potermi accasare in un altro grande club. Ho fatto 40 anni di lavoro senza mai fermarmi, è la prima volta che mi fermo a campionato in corso. Vorrei tanto ripresentarmi però ai nastri di partenza della prossima stagione al timone di un'altra squadra".

Dove andrà l'ormai ex ad bianconero lo si capirà nelle prossime settimane, di certo però in Italia ci sono attualmente solo tre top club in cui potrebbe "accasarsi" (giusto per usare le sue parole), vale a dire Napoli, Inter e Roma. Discorsi comunque prematuri anche se dopo l'intervista concessa alla Rai, si è capito che la sua lontananza dal calcio sarà di brevisisma durata.

Difficile, se non impossible, scendere invece nello specifico delle motivazioni che hanno portato a questo improvviso e inatteso divorzio: "Non c'è stato un motivo scatenante - ha dichiarato Marotta - è una situazione voluta dalla società e io mi adeguo alle direttive per amore della Juve e delle persone che ci lavorano. Sposo questa linea aziendale, sono un uomo d'azienda e capisco. Sono certo di aver dato il 100% in questi miei anni alla Juve, che coincidono con grandi traguardi. Spero che chi verrà dopo di me possa fare lo stesso".

Un addio, è facilmente intuibile, affatto indolore: "Certo, è doloroso andarmene perché la vita lavorativa, così come il mondo dello sport, è fatta di sentimenti e di emozioni. In questi anni otto-nove anni ho vissuto solamente delle belle emozioni. La Juventus è stata qualcosa di unico. Credo di aver accompagnato il presidente Agnelli in una crescita di esperienza, oggi è in grado di essere protagonista nello sport nazionale e internazionale. Non potrò mai dimenticare questa pagina della mia vita".

Una squadra, la Juve, che proprio quest'anno più che mai si candida apertamente a vincere quella Champions che forse è diventata anche una piccola ossessione dello stesso Marotta: "Se la Juve arrivasse in finale di Champions ne sarei orgoglioso, perché questa squadra è frutto anche del mio lavoro, oltre a quello di Nedved, Paratici e Allegri. Sarei lì a tifare da semplice tifoso la mia ex squadra".

Magari non seduto accanto al presidente Agnelli, forse non a caso "assente" nelle parole di Marotta.

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