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Juventus, Allegri: "Lasciamo stare gli arbitri, noi bene tranne un quarto d'ora"

Il tecnico bianconero dopo il pari con la Salernitana: "Marcenaro è stato molto bravo, fiducioso per la gara con il Benfica"

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© Getty Images

Max Allegri preferisce evitare le polemiche, nonostante il finale di fuoco del match con la Salernitana, con tanto di rosso nei suoi confronti: "Cosa ci siamo detti? Io con l'arbitro non parlo mai - ha spiegato il tecnico della Juventus a fine gara a Dazn -. È stato annullato un gol e questo è un dato di fatto. Vorrei anche vedere le immagini complete, perché c'era Candreva vicino alla bandierina (che poteva tenere in gioco Bonucci, ndr) e nessuno ha quella immagine. Poi se vediamo a Bonucci tolgono la maglia... Gli arbitri comunque vanno lasciati stare, i protagonisti delle partite sono i giocatori. Marcenaro è stato molto bravo. Ha preso una decisione come quella che ha preso in un momento molto delicato".

Per quanto riguarda la gara l'allenatore livornese appare abbastanza soddisfatto: "Abbiamo fatto 20' buoni nel primo tempo, poi abbiamo preso gol per un errore di lettura di Cuadrado. Abbiamo avuto diverse situazioni favorevoli prima di andare sotto, poi non riuscendo a pareggiare era da chiudere sullo 0-1, invece abbiamo preso quel gol su rigore. Nel secondo tempo abbiamo fatto una buona partita, arriviamo a mercoledì con un buon umore, diverso da quello che avremmo avuto in caso di sconfitta. Dobbiamo preparare al meglio la gara col Benfica. Io sono molto fiducioso e ottimista, basta togliere quel quarto d'ora del primo tempo e nel complesso abbiamo fatto una buona partita".

La reazione al gol incassato non è stata immediata e su questo c'è da lavorare: "Non eravamo mai andati in svantaggio, volevo vedere la reazione. Ci sta andare sotto, ma non devi perdere ordine, noi invece lo abbiamo fatto. Come nelle partite precedenti, quando abbiamo smesso di giocare dopo il vantaggio. Un passo in avanti va fatto. È solo una questione di crescita, abbiamo sempre 3-4 giovani in campo e non è solo una questione di età. La personalità non si compra e si vende in un attimo, bisogna riabituarsi a vincere, ci sono dei passaggi da fare, bisogna lavorare".

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