L'ANALISI

Juve, Champions blindata: ora tutto sullo scudetto

Il gruppo unito e la forza dei giovani sono l'arma in più dei bianconeri nel duello con l'Inter. E forse Allegri ha trovato anche un nuovo Vlahovic

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L'obiettivo Champions League pare essere ormai una formalità. Con la vittoria sulla Salernitana, la Juventus ha chiuso il girone di andata a quota 46 punti, ben 14 in più del Bologna, che occupa il quinto posto ed è la prima delle escluse dalla massima competizione Uefa, con Atalanta, Lazio, Roma e Napoli ancora più sotto. Difficile pensare che in 19 giornate i bianconeri riescano a dilapidare un tale vantaggio. Adesso, insomma, a Torino possono davvero concentrarsi sul duello con l'Inter per lo scudetto. Sempre che non lo stiano facendo già da parecchio tempo... Il successo all'Arechi è stato pesante per tanti motivi oltre a quello fondamentale della classifica.

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In primo luogo, ha confermato la forza del grupopo. Unito, solido, capace di andare oltre le difficoltà e qualche episodio (anche arbitrale) sfavorevole. Mai domo. A Salerno la Juve è arrivata in piena emergenza, tanto che in panchina Allegri aveva solo cinque uomini di movimento, compresi i "ragazzini" Samuel Iling-Junior (classe 2003), poi risultato decisivo, e Joseph Nonge (classe 2005), appena aggregato alla prima squadra dalla Next Gen. Nonostante una rosa corta, complici anche i vuoti lasciati da Pogba, Fagioli e De Sciglio, la squadra non si ha mai perso la rotta di fronte alle assenze che di settimana in settimana si sono alternate. Che si trattasse di Chiesa o Vlahovic, di Cambiaso o Alex Sandro, chi è stato chiamato a dare il suo contributo, lo ha fatto sempre ad alto livello. Pure nella prima giornata di ritorno, la prossima settimana allo Stadium contro il Sassuolo, mancheranno per squalifica Gatti e McKennie, ma nessuno alla Continassa è preoccupato perché sa che saranno degnamente sostituiti da chi verrà chiamato in causa.

Anche se si tratterà di uno dei vari giovani che stanno dando un grosso apporto alla causa bianconera. Un apporto pesante come dimostrano i gol che in stagione portano la firma di ben tre giocatori nati dal 2003 in avanti: Kenan Yildiz, lo stesso Iling-Junior e Fabio Miretti (che ormai pare un veterano). Nei principali cinque campionati europei, solo il Barcellona, famoso per la sua "cantera", finora ne vanta di pù: quattro. Tutti, sono stati inseriti nel gruppo anche per cause di forza maggiore, ma la loro fame e il loro entusiasmo si stanno rivelando molto più decisivi rispetto a quanto fatto da alcuni top passati per Torino nel recente passato e mai veramente coinvolti nel progetto.

Vedi anche Juventus, Allegri dribbla le polemiche scudetto: "Il Var è soggettivo, accettiamo ogni decisione" juventus Juventus, Allegri dribbla le polemiche scudetto: "Il Var è soggettivo, accettiamo ogni decisione" Poi, certo, servono anche i giocatori di classe e di esperienza, altrimenti sarebbe impossibile competere con una squadra forte e ampia come l'Inter senza Chiesa, Rabiot, Danilo, Bremer o Szczesny. E anche senza Dusan Vlahovic, che proprio in questi giorni festeggia i due anni di bianconero. Due anni non entusiasmanti come i tifosi della Signora avrebbero sperato, ma nemmeno disastrosi come alcuni vorrebbero far credere tirando sempre in ballo cartellino e ingaggio. Anzi, forse proprio a cavallo del vecchio e nuovo anno è cambiato qualcosa e oggi si intravedono sprazzi di vero Vlahovic. I gol non sono tanti quanti dovrebbero, ma almeno sono di ottima fattura e soprattutto decisivi. Pochi ma buoni. Non è un caso che sulle ultime due vittorie in trasferta, a Frosinone e Salerno, ci sia proprio la firma del serbo, che non sparisce più, ma resta in partita fino all'ultimo minuto. Dando il suo contributo anche di assist. Se sarà abbastanza per spaventare l'Inter capolista e farle perdere la testa lo capiremo probabilmente il 4 febbraio a San Siro.

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