PARLA MAROTTA

Inter, Marotta: "Protagonisti fino alla fine ma servono rimedi in trasferta"

L'ad nerazzurro a Radio Anch'io Sport: "Dzeko? Non finirà come Perisic"

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Con la vittoria sull'Atalanta "non è cambiato nulla di importante se non la consapevolezza di poter essere protagonisti fino alla fine". L'ad dell'Inter Beppe Marotta analizza così il successo di Bergamo contro la squadra di Gasperini, il primo in uno scontro diretto. "Abbiamo avuto un handicap misterioso, silenzioso, di cui non capivo le origini, poi la la squadra e l'allenatore hanno trovato i correttivi. Ma ancora oggi abbiamo problemi fuori casa e abbiamo subito 18 gol, che sono tanti, un elemento che deve farci riflettere e al quale l'allenatore deve trovare rimedi". A gennaio, alla ripresa del campionato, la sfida al Napoli capolista inarrestabile: "Anche l'anno scorso il Napoli era in testa, con 36 punti, oggi ne ha 5 in più ed è questo il dato straordinario, ma ci sono ancora 23 partite con 69 punti a disposizione e quindi non penso che sia determinante una singola partita il 4 gennaio", ha detto a Radio Anch'io Sport su Rai Radio1. Sul rinnovo di Dzeko, anche contro l'Atalanta grande protagonista: "Merita il rinnovo ma vedremo la sua volontà". E su Lukaku: "Per lui infortunio imprevisto, spero torni in campo già il 4 gennaio".

 

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STOP AL CAMPIONATO
"Abbiamo sempre avuto la consapevolezza di poter essere protagonisti fino in fondo in questo campionato anomalo, oggi si è chiusa la prima parte e si riprendera' il 4 gennaio, è qualcosa di inedito e tutti noi siamo curiosi di capire soprattutto per quanto riguarda la sfera delle performance, fra giocatori che vanno ai Mondiali e altri che restano a casa. Per i preparatori atletici sarà difficile, inedito, bisognerà capire giocatore per giocatore eventuali carenze che saranno dimostrate i questo arco di tempo". 

"ZHANG MERITA RISPETTO"
"La famiglia Zhang merita rispetto - aggiunge -, perché in questi anni ha profuso tante energie finanziarie, siamo intorno agli 800 milioni di investimenti. Ha dato molto al sistema-calcio Italia e soprattutto all'Inter. A seguito della pandemia tutti i grandi gruppi industriali hanno avuto delle contrazioni finanziarie; dopo la pandemia non si possono più sfoggiare investimenti milionari, normale il conseguente ridimensionamento dei costi e degli investimenti. Quando dall'altra parte non ci sono queste possibilità bisogna essere bravi e competenti per rimanere competitivi in un mondo molto complicato".

RINNOVO DZEKO E MERCATO DI GENNAIO
"Non credo che con Dzeko finirà come con Perisic, ha dimostrato di voler restare con noi e sicuramente merita il rinnovo perché ha mostrato attaccamento alla maglia e soprattutto ha il vizio del gol, e questo è da tenere in grandissima considerazione. Quando sarà il momento avvieremo i contatti ma servirà ovviamente prima capire la volontà del giocatore". "A gennaio non credo ci siano opportunità che fanno al nostro caso, restiamo con gli occhi aperti ma credo che questo gruppo sia già competitivo per gli obiettivi che vogliamo raggiungere".

INFORTUNIO LUKAKU
"Questo infortunio è stato imprevisto e imprevedibile, condizionato dalla volontà di tornare in fretta, anche con la motivazione dai Mondiali. Bisogna essere cauti. Queste situazioni fanno parte del rischio d'impresa: in una rosa di 25 elementi gli infortuni sono all'ordine del giorno. Sono dell'avviso che non debba esserci uno stress competitivo come quello che c'è stato in questa stagione. Spero possa tornare già dal 4 gennaio". 

QUESTIONE STADIO
Sugli stadi "siamo il fanalino di coda, in Italia ci sono solo quattro stadi di proprietà. Ci sono tante difficoltà burocratiche, bisognerebbe avere un iter più fluido". Per il nuovo stadio di Milano "ora siamo in una situazione di stallo e spero proprio che si possa risolvere al più presto". "Non voglio parlare di repressione ma di prevenzione. Si deve creare una cultura maggiore di quella che abbiamo oggi, lo stadio non deve essere un luogo dove ci si scontra, ma un luogo di aggregazione. La nostra gioventù ha perso alcuni valori, noi un po' più maturi dobbiamo cercare di inculcarli".

DIVORZIO DALLA JUVE E RONALDO
"All'interno di una struttura dirigenziale di un club ci sono posizioni differenti, ma questo non vuol dire che io fossi contrario all'operazione Ronaldo. Poi bisogna sempre valutare il lato economico. Ma non è stato certo quello il motivo di divorzio tra me e la Juventus". Sulle parole di ieri di CR7 contro il Manchester United e il suo allenatore: "Questo fa parte dell'amore che Ronaldo ha verso la sua professione, è difficile perciò convivere con un declino fisico inevitabile, a 37 anni si fa più fatica e le scelte degli allenatori sono condizionate anche da questo. Non è facile per questi campioni accompagnarsi alla fine della carriera".

CASO D'ONOFRIO
"Domani c'e' il consiglio federale convocato d'urgenza, è una pagina molto triste, una delle più brutte pagine della storia del calcio italiano, sono sicuro che Gravina riuscirà a risolvere nella giusta maniera". 

 

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