l'occasione

Inter, Lautaro squalificato: Correa vede il Verona e spera di tornare decisivo

Il Tucu in vantaggio su Sanchez per la sfida a Tudor: all'andata aveva segnato la doppietta della vittoria

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© Getty Images

Un recupero e una defezione per l'Inter verso il Verona: se in difesa si potrebbe rivedere de Vrij, assente dal match contro la Salernitana in cui aveva rimediato un infortunio al polpaccio (era il 4 marzo), in attacco di sicuro mancherà Lautaro Martinez, ammonito e quindi squalificato (era diffidato) per il calcione rifilato a Locatelli nei minuti iniziali della partita contro la Juventus. Dato per scontata la titolarità di Dzeko, Simone Inzaghi sta ragionando sul partner del bosniaco con Correa in vantaggio su Sanchez, questione di motivazioni e, perché no, di scaramanzia.

Sulle prime c'è da crederci, almeno sulla carta: il Tucu ha sin qui vissuto una stagione a dir poco travagliata per i tanti infortuni fisici rimediati. Basti pensare che, contando tutte le competizioni, ha saltato quattordici partite, non riuscendo tra l'altro mai a mettere insieme novanta minuti di fila: detto in parole povere, non ha mai giocato una partita intera.

Ovviamente ne risente il dato sui gol, solo quattro (tutti segnati in campionato) in 791 minuti, anche se dal peso specifico elevato: gli ultimi due risalgono al match con l'Udinese, vinto proprio per 2-0 dai nerazzurri a fine ottobre, e gli altri due guarda caso contro il Verona, con la prima rete decisiva visto che era quella del sorpasso dopo il vantaggio scaligero con Ilic e il pari di Lautaro. Quattro reti da sei punti.

E qui si torna al secondo aspetto che Inzaghi potrebbe tenere in conto per sabato, quello della scaramanzia. Nel match di andata contro i gialloblù, seconda giornata di campionato, l'impatto di Correa col mondo Inter fu a dir poco esaltante: il 26 agosto l'ufficialità dell'arrivo dalla Lazio, poi subito convocato per il Bentegodi, il giorno dopo in campo al 74' per tentare di risollevare la partita, missione che il Tucu aveva completato con una doppietta, di testa e di piede. E chissà che Inzaghi non ripensi proprio a quei momenti quando dovrà decidere la formazione da mandare in campo: nella lotta scudetto vale anche questo...

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