L'ANALISI

Inter, l'aria della Champions non cambia la sostanza: quanti grattacapi per Inzaghi

Tre sconfitte nelle prime sei partite e tanti gol presi: niente scossa nonostante i diversi cambi di formazione

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© ipp

Niente cambio di rotta per l'Inter che anche contro il Bayern Monaco mostra evidenti limiti di condizione psico-fisica ma soprattutto nell'atteggiamento difensivo: i nerazzurri continuano a prendere gol con troppa facilità, non correggendo gli errori già visti nel derby nonostante ben cinque cambi nella formazione titolare, Onana al posto di Handanovic compreso. La Champions League e squadre come i bavaresi impongono qualità e livelli più alti della Serie A, l'impegno non era certamente dei più semplici ma, dopo le prestazioni dello scorso anno contro Real Madrid e Liverpool, a livello europeo l'Inter resta un passo indietro. A prescindere dalla competizione e dagli uomini in campo, tanti grattacapi per Simone Inzaghi in vista dell'impegno in campionato contro il Torino di sabato.

L'atteggiamento difensivo del primo tempo è praticamente una prima per quanto riguarda l'era Inzaghi: squadra molto bassa, quasi impaurita, ad attendere il Bayern Monaco che non si lascia pregare e macina gioco gravitando spesso e volentieri dalle parti di Onana, che è tra i più positivi (ed è sia un bene, visto il debutto arrivato proprio in una sfida assai complicata, sia un male perché sottolinea l'inerzia della partita). La sensazione, come nel derby, è che la linea difensiva - Bastoni su tutti - non sia al meglio della forma e contribuisca ai tanti errori in fase di costruzione, non a caso il lancio lungo del portiere camerunese diventa alternativa importante. Gosens e Dzeko ci mettono impegno anche se la squadra preferisce appoggiarsi a destra dove Dumfries è in serata veramente no.

La mini-scossa di inizio ripresa dura poco e comunque scivola sempre al momento dell'ultimo passaggio. Non appena l'inerzia del match torna saldamente in mano bavarese, Inzaghi tarda a vedere la stanchezza in qualcuno dei suoi e allora il Bayern si diverte con la coppia Sané-Coman a evidenziare una volta in più l'immobilismo difensivo della retroguardia. Probabilmente il pur opaco Barella delle prime partite sarebbe servito sullo 0-1 per dare un assaltatore in più alla squadra nel tentativo almeno di sistemare il risultato visto che neppure gli ingressi di De Vrij, Darmian, Dimarco e Correa (che sbaglia un gol clamoroso) cambiano realmente le cose, mettendo il discorso del girone Champions già in grande salita, considerando pure il 5-1 del Barcellona contro il Viktoria Plzen.

Ma il grande sogno degli ottavi è un passo più in là di dove deve guardare ora Inzaghi perché con tre sconfitte nelle prime sei partite, per di più con dieci gol presi, è la stagione che ha bisogno di una pesante e veloce sterzata. Sabato a San Siro arriva il Torino solido e pericoloso delle ultime settimane, non esattamente il cliente più facile per rialzarsi ma anche un'occasione per dimostrare di potersi mettere alle spalle quelle difficoltà che non possono sparire all'improvviso ma gradualmente, "attraverso il lavoro", come ha detto D'Ambrosio a fine partita. Tempo per rimediare ce n'è, ma il motore nerazzurro deve riavviarsi il prima possibile.

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