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Inter, ci pensa sempre Lukaku: meglio anche di Vieri e Ronaldo

I nerazzurri tornano alla vittoria trascinati dal belga e per la prima volta non subiscono gol: belle sorprese Darmian e Ranocchia

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La decide sempre lui. L'Inter torna alla vittoria, per la prima volta in stagione non subisce gol e sbanca Genova trascinata da Romelu Lukaku, che a Marassi ha segnato il quinto gol in altrettante partite di campionato (dall'estate 2019 è il calciatore straniero che ha segnato più reti su azione in Serie A) confermandosi il leader e il punto di riferimento della squadra di Antonio Conte, che dopo averlo inseguito a lungo ha messo il gigante belga al centro del progetto e del gioco, come fosse lo sfocio naturale di ogni azione. 

"Dicevo di lui che era un diamante grezzo, ma adesso è migliorato anche nella gestione del pallone e nell’ultimo passaggio. E poi segna sempre, che per un attaccante è una cosa importante". Le parole del tecnico nerazzurro trovano conferma nei numeri: 41 gol in 57 partite con la maglia dell’Inter, meglio di Ronaldo, Vieri, Adriano, Eto’o e Milito. Meglio di vere e proprie leggende, con una media di 0.71 gol a partita. Una macchina da guerra, su cui il tecnico nerazzurro fa affidamento per la delicata trasferta di Kiev, già fondamentale per il destino Champions dei nerazzurri. 

In Ucraina i nerazzurri arrivano con la pressione di una classifica già complicata, ma anche forti di una difesa che per la prima volta in stagione è apparsa davvero solida senza subire niente. Darmian, tra i migliori in campo anche ieri, e l'ottimo Ranocchia di Marassi (per lui anche un assist) hanno dimostrato la qualità e la profondità della rosa di Conte, che comunque in Champions ritroverà a tempo pieno Hakimi dopo il pasticcio Uefa della presunta positività al Covid. Fin qui le note liete, a cui va aggiunta l'ottima prestazione di Barella, che ha letteralmente cambiato marcia ai nerazzurri quando ha fatto il suo ingresso in campo al posto di Eriksen.

E qui vengono le note meno liete. "Sono stufo di parlare di lui" ha detto Conte dopo la sfida di Genova, ma il danese ex Tottenham continua ad essere un rebus, quasi un corpo estraneo. "Stiamo cercando di metterlo nelle migliori condizioni" ha aggiunto il tecnico, ma i tifosi, che su di lui avevano grandi aspettative, cominciano a perdere la pazienza. Come ha perso la pazienza, al momento del cambio, Lautaro Martinez, che si è lasciato andare alla frustrazione per la sua prestazione opaca prendendo a pugni una poltrona di Marassi prima di sedersi in panchina. Il numero 10 è a secco da 3 partite dopo un inizio dirompente con gol a Fiorentina, Benevento e Lazio e sembra soffrire l'astinenza. Prima del gol di Lukaku, lui e il belga non erano riusciti a costruire occasioni pericolose e per tutto il primo tempo non avevano neanche mai tirato in porta. Per un Lukaku che segna e sorride c'è un Lautaro che sbuffa e si sfoga, ma il gol è sempre la medicina giusta e un gol in Champions lo è ancora di più. 


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