© genoacfc.it
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Lo storico medico personale di Silvio Berlusconi è riuscito ad abbonarsi al Grifone dopo i dissapori con la nuova proprietà che lo aveva bollato come "persona non gradita dal club"
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Sul finale, come in una partita risolta al 90’, Alberto Zangrillo ha segnato il suo gol personale: l’abbonamento al Genoa è finalmente tra le sue mani. Due cuori rossoblù, post social d’ordinanza e la certezza che, nella prossima stagione, lo storico medico personale di Silvio Berlusconi tornerà a soffrire (sportivamente) sugli spalti del Ferraris insieme agli altri 28.101 abbonati, un record.
E pensare che solo pochi giorni fa sembrava destinato a vedere le partite solamente da casa. Il Genoa gli aveva negato la tessera bollando lui e il figlio come "persone non gradite". La scena al Porto Antico è già leggenda urbana: ex presidente respinto allo sportello, tra souvenir del Grifone e sguardi imbarazzati dei cassieri.
Zangrillo, uomo di cuore e di social, non l’ha presa benissimo: "Comportamento inopportuno e poco elegante. Io per il Genoa ho anche pianto". Per sicurezza, ha pure raccontato tutto alla Guardia di Finanza, come se l’abbonamento fosse una questione di Stato.
La società di Dan Sucu, intanto, si è limitata a rispondere con freddezza: "Abbiamo applicato le procedure". Traduzione: regolamento batte nostalgia. In realtà, sotto la superficie galleggiavano i soliti dissapori da cambio di proprietà, con l’aumento di capitale che ha salvato il club dal tracollo a fare da sfondo.
Alla fine, pace fatta. Zangrillo, ancora seduto nel CdA, ha incassato il sospirato cartoncino e archiviato il caso con un colpo di spugna: "Vorrei solo che non se ne parlasse più. Chiedo scusa ai tifosi". Domenica tornerà allo stadio. Da semplice tifoso, pronto a piangere di nuovo. Ma stavolta, finalmente, sugli spalti.