L'esterno del Bodo Glimt ha parlato della sfida ai bianconeri di questa sera e della sua esperienza in Italia
di RedazioneQuella contro la Juventus sarà un match speciale per Jens Petter Hauge, vuoi per la caratura dell'avversario, vuoi per il passato a tinte rossonere dell'esterno norvegese. La sfida di questa sera si preannuncia abbastanza dura per la Vecchia Signora, soprattutto per le condizioni atmosferiche che si preannunciano molto rigide.
"Giocare in casa nostra è complicato: ottomila tifosi passionali come pochi, temperatura sottozero, il vento che taglia il campo sintetico. E anche la neve. Chi arriva da fuori può rimanere sorpreso. Roma e Lazio ne sanno qualcosa, ma non solo loro", racconta il calciatore del Bodo Glimt alla Gazzetta dello Sport. Juve avvisata, dunque, anche perché il classe '99 ha ben chiaro a chi si ispira la sua squadra: "L'Atalanta di Gasperini per l'intensità, l'Athletic Bilbao per il forte senso di appartenenza che ci lega: siamo tutti, o quasi, ragazzi della Norvegia del nord".
La parentesi italiana di Hauge è durata appena una stagione (2020/21) ma i ricordi sono tantissimi. Il Milan quell'anno riuscì a qualificarsi in Champions dopo una lunga assenza e Jens fu protagonista soprattutto in Europa League. Fu proprio in questa competizione che l'esterno del Bodo Glimt si fece notare dai rossoneri nei preliminari giocati a San Siro contro i norvegesi: "Prima un assist, poi la rete del 2-3: perdemmo ma ci divertimmo. Ricordo il caos del dopo gara, il ds che mi disse: 'Jens, ti vogliono'. Il telefonino si riempiva di messaggi e, poche ore dopo, ero un giocatore rossonero".
Il norvegese, infine, racconta la telefonata con una leggenda del Milan: "'Jens ti aspettiamo a Milanello', stavolta era Paolo Maldini in videochiamata al cellulare. Emozioni e sensazioni uniche, facevo fatica a capire cosa mi stesse accadendo".