Germania, il presidente della Dfb: "Avremmo dovuto fare di più per Özil"

Il numero uno della Federcalcio respinge le accuse di razzismo ma ammette il mancato sostegno al calciatore di origine turca

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Il presidente della Federcalcio tedesca Reinhard Grindel ha respinto le accuse di razzismo sollevate da Mesut Özil, ammettendo però le proprie colpe: "Avrei dovuto dire ciò che è ovvio per me e per tutta la federazione". "Ogni forma di ostilità razzista è insopportabile e inaccettabile e non può essere tollerata. Questo è valido per tutti i giocatori originari di un altro paese", ha aggiunto il numero uno della Federcalcio tedesca.

La Federazione aveva già respinto le accuse di razzismo ma Grindel ci ha tenuto a precisare il proprio pensiero, noncurante delle tante voci che hanno chiesto le sue dimissioni. "La critica personale mi ha colpito - ha spiegato - Ma sono ancora più dispiaciuto per i miei colleghi, per i volontari e i dipendenti della Dfb che sono stati bollati in relazione al razzismo. Lo respingo fermamente".

Il calciatore tedesco ha annunciato l'addio immediato alla nazionale tedesca criticando la Dfb qualche giorno fa, dopo le polemiche sollevate per una foto scattata a maggio che lo ritrae assieme a Recep Tayyip Erdogan. La sua decisione ha scatenato l'intervento delle istituzioni, con la Merkel che ha preso le sue parti seguita dall'applauso del governo turco e dallo stesso presidente turco che ha dichiarato di sostenerlo.

"Dobbiamo portare il dibattito sull'integrazione come un'opportunità per sviluppare il nostro lavoro in questo settore e per chiederci dove e come possiamo dare un nuovo slancio", ha aggiunto Grindel.

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