Germania, Özil lascia la nazionale: "Tedesco se vinciamo, immigrato quando perdiamo: razzisti"

Dura lettera del centrocampista: il tutto parte dalla foto scattata con Erdogan nel maggio scorso. La federcalcio: "Non siamo legati al razzismo"

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Mesut Özil ha annunciato il suo ritiro dalla nazionale con effetto immediato, in seguito alle polemiche sollevate per il suo incontro con Recep Tayyip Erdogan a maggio. Il centrocampista dell'Arsenal, eliminato con la Germania nella fase a gironi del Mondiale, è stato oggetto di critiche per le sue prestazioni e per l'incontro con il presidente turco. Il giocatore, che ha origine turche, ha difeso le sue azioni in una lunga dichiarazione nella quale ha lanciato un attacco alla Dfb, la Federcalcio tedesca. "Il trattamento che ho ricevuto dalla DFB e da molti altri - ha spiegato Ozil - mi impedisce di indossare la maglia della nazionale tedesca. Mi sento indesiderato e penso a quello che ho ottenuto dal mio debutto in nazionale nel 2009 è stato dimenticato".

Facendo riferimento diretto a Reinhard Grindel, presidente della federazione, il centrocampista ha aggiunto: "Alle persone con atteggiamento razzialmente discriminatorio non dovrebbe essere permesso di lavorare nella più grande federazione calcistica del mondo. Atteggiamenti come i loro semplicemente non riflettono i giocatori che rappresentano. Agli occhi di Grindel e dei suoi sostenitori, io sono tedesco quando vinciamo, ma io sono un immigrato quando perdiamo". "È con un cuore pesante e dopo molte considerazioni che - ha aggiunto - a causa degli eventi recenti, non giocherò più per la Germania percependo questo sentimento di razzismo e mancanza di rispetto".

La federcalcio tedesca ha respinto le accuse di razzismo lanciate da Özil: "Rifiutiamo l'idea che la Dfb sia associata al razzismo - si legge in una nota - Dfb è sinonimo di diversità, da coloro che la rappresentano ai vertici fino alle persone alla base che vi si dedicano quotidianamente".

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