L'ANNUNCIO DI SILVER

Nba, Silver avverte: "Il virus è imprevedibile, siamo pronti a un nuovo stop"

Il commissioner: "In caso di numeri importanti ci fermeremo, non si può pensare di fuggire dal virus"

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La Nba è pronta a ripartire, appuntamento a Orlando dal 30 luglio, ma i numeri del coronavirus in America preoccupano anche i campioni del basket a stelle e strisce. Finora i positivi registrati tra i team della Lega sono 16, numeri contenuti rispetto all'onda con cui si muove il contagio in Usa con oltre due milioni e mezzo di persone positive, ma Adam Silver, commissioner Nba, si è detto pronto a fermare di nuovo tutto in caso di un picco di contagi.

"Facciamo i test ogni giorno, non abbiamo un numero soglia ma se i contagi dovessero crescere in modo significativo nel campus - ha spiegato Silver durante un'intervista alla rivista Time -, questo potrebbe obbligarci a fermarci. Vedremo giorno per giorno, se si tratterà di casi isolati è un conto, bisognerà capire come il virus circoli nel nostro ambiente. In caso di numeri importanti ci fermeremo, non si può pensare di fuggire dal virus". 

Certo è che la Florida almomento conta 152mila positivi, quasi 9mila quelli della contea di Orange dove si trova Disney World, il luogo che ospiterà la ripresa del campionato di basket americano. Silver ritiene che le misure adottate finora abbiano mostrato risultati soddisfacenti, ma se ci fosse qualche cambiamento in peggio lo stop sarebbe l'unica soluzione: "Non spingiamo il piede sull'acceleratore, diciamo. Se c'è una cosa che abbiamo imparato è che il virus è imprevedibile - ha sottolineato -. Se le condizioni ci porteranno a farlo, potremmo modificare i nostri piani". 

Tra una settimana le prime squadre Nba si muoveranno verso Orlando, dove la stagione 2019-20 dovrebbe concludersi con otto partite più i playoff dal 30 luglio fino a metà ottobre. "Noi non pensiamo mai 'Andiamo avanti indipendentemente da tutto'" ha ribadito il capo della Nba, che non ha quantificato il numero di eventuali positivi che costringerebbero a un nuovo stop: "Onestamente non sono sicuro di quanti casi servano. Abbiamo un gruppo di scienziati, dottori ed esperti che collaborano con noi. Procederemo passo dopo passo: certamente se ci fossero molti casi ci fermeremo. Sono assolutamente convinto che rimanere dentro al campus sarà più sicuro che rimanerne fuori: non sono al corrente di molte situazioni in cui ci siano tamponi di massa su impiegati asintomatici. Perciò il nostro potrebbe essere un modello anche per le altre industrie che intendono riaprire". 

"DIVIETO DI INGINOCCHIRSI? REGOLA VECCHIA"
Quanto al razzismo, Silver ha commentato acnche la norma che vieta ai giocatori di inginocchiarsi durante l'esecuzione dell'inno nazionale: "Abbiamo una regola che risale ai primi anni 80, prima ancora dell`inizio di David Stern come commissioner, che richiede ai giocatori di rimanere allineati e in piedi durante l`inno nazionale. Capisco però il ruolo e l`importanza di queste proteste: gestiremo la situazione quando si presenterà davanti a noi. Dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi e ai nostri valori, prendendo le nostre decisioni in base a quelli piuttosto che su basi politiche". "I nostri atleti vogliono far sentire la loro voce su queste questioni, comprensibilmente - ha aggiunto - Circa il 75% della nostra lega è formato da afro-americani e abbiamo alcuni degli esponenti più importanti in tutto il mondo. Il colore della loro pelle o chi sono come persone non viene messo da parte mentre giocano a pallacanestro: hanno delle esperienze di vita che vogliono far valere". 

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