Il Barcellona spreca due triple per la vittoria nel Principato (85-84), l'Efes recupera dal -23 fino al -3 ma i 28 punti dell'ex Osman spingono il Pana ad Abu Dhabi (75-67)
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Venerdì 23 maggio, inaugurando le Final 4 di Abu Dhabi, le semifinali dell'Eurolega 2024/25 saranno Olympiacos-Monaco e Fenerbahce-Panathinaikos. La rivincita della semifinale 2023 e dei playoff 2024 arriverà anche grazie alla tiratissima vittoria monegasca sul Barcellona (85-84): il sorprendente e dominante esordio nella serie di Papagiannis (17 punti e 5 rimbalzi, dopo aver visto le prime 4 gare in borghese a bordo campo) accompagna lo show di Mike James, mentre il Barça masticherà amaro per aver fallito, come i cugini del Madrid, la tripla della vittoria con Kevin Punter sulla sirena finale.
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La gara-5 di Atene, invece, vive per 30' su una continua altalena, dal +23 Panathinaikos al 47-44 di fine 3° quarto: la serata di grazia di Cedi Osman (28 punti per l'ex di turno) è però troppo anche per tutte le contromisure possibili di coach Banchi (75-67 il punteggio finale). Come a Berlino 2024, anche ad Abu Dhabi 2025 la semifinale sarà tra Fener e Pana
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AS MONACO-BARCELLONA 85-84 (15-19, 45-39, 65-62, 85-84)
Un paragrafo a sé stante lo merita il primo quarto di Alpha Diallo: 9 punti in 6', frutto di una tripla su ribaltamento e 3 schiacciate, tra cui un poster su Parker e un'affondata dopo aver strappato la palla dalle mani di Kevin Punter. Un fattore in entrambe le metà campo, utile a non far concentrare la difesa blaugrana solo e soltanto su Mike James e fondamentale per estendere la pressione sui portatori di palla catalani lungo tutti i 28 metri del parquet della Salle Gaston Médecin. Peccato che il suo sostituto nelle rotazioni di Spanoulis, Jordan Loyd, approcci anche gara-5 come il resto della serie, ossia come un autosabotatore: al Barça basta punire le imprecisioni difensive monegasche sulla linea di fondo e nei cambi (5 rimbalzi offensivi nei primi 10') per fare gara di testa.
Il parziale di 13-5 con cui le squadre tornano negli spogliatoi è figlio invece dei primi, grandi aggiustamenti di Spanoulis a livello di minutaggi, spaziature e rotazioni: oltre a reinserire Tarpey in ala piccola come nelle due vittorie del Principato in apertura di serie, l'ingresso che spariglia le carte è quello di Georgios Papagiannis. Assente in Eurolega dal 13 marzo per scelta tecnica, il lungo greco è la chiave per girare la partita sfruttata dal coach connazionale: l'ex Panathinaikos riesce a coniugare le qualità migliori dei compagni finora presenti, Theis (spaziature in attacco e qualità da bloccante) e Jaiteh (dominio nei pressi del ferro e aiuto costante nei pitturati). Le triple di Mike James senza ritmo, il Barcellona, continua a metterle in conto, replicando con il primo tempo perfetto al tiro di Anderson (11 punti, 1/1 da 2 e 3/3 dall'arco): più inattesi, purtroppo per i blaugrana, le 9 palle perse e lo 0/9 dal campo di Jabari Parker.
Al lungo del Monaco risponde quello del Barcellona: Willy Hernangomez, sulla scia di gara-4, si iscrive alla "bella" con 12 punti (5/7 al tiro) a inizio ripresa, riuscendo nell'intento di "togliere dal campo" un Theis privo dell'energia necessaria a compensare la differenza di taglia sotto canestro. Il rientro posticipato di Parker sul parquet riconsegna parte del ritmo offensivo alla seconda scelta assoluta al Draft NBA 2014 ma, come spesso capitato in questa serie, a rispondere alle spallate catalane ci pensa un protagonista "inatteso": gli 8 punti di Matthew Strazel arrivano nelle tre occasioni in cui il Barça rientra a meno di un possesso di distanza.
La crudele bellezza dei playoff di Eurolega è ben riassunta nel finale di questa serie, in cui il Barcellona non si sarebbe forse meritato nemmeno di giocarsi all'atto conclusivo e che il Monaco ha quasi fatto di tutto per arrivarci pur partendo da un 2-0 di vantaggio: il jumper dalla media e i liberi di Kevin Punter, nel pieno rispetto dello stile con cui l'americano ha saputo deliziare anche i tifosi dell'Olimpia, riportano avanti i blaugrana nell'ultimo minuto di gioco (83-84), nonostante Papagiannis si confermi anche nell'ultimo quarto l'MVP di una gara5 meno pronosticabile alla vigilia della storia di Eurolega (17 punti, 7/8 al tiro, 5 rimbalzi, 21 di valutazione in meno di 19' sul parquet per l'ex Fenerbahce e Panathinaikos); il delicato appoggio al vetro di Mike James - top scorer di serata con 20 punti - riporta avanti il Monaco, prima che il Barça riesca a costruirsi per ben due volte la tripla della vittoria nel possesso finale. A sbagliarla - la prima trovando un doppio, beffardo rimbalzo sul ferro, la seconda con le braccia infinite di Papagiannis a impedirne la parabola ideale - sono Justin Anderson e Kevin Punter: proprio i due uomini più "caldi" (35 punti in coppia), i più indicati a prendersi quel tiro, mettono la parola fine all'Eurolega catalana.
TABELLINO
MONACO: James 20, Okobo 7, Strazel 11, Loyd 2, Diallo 11, Tarpey 0, Blossomgame 9, V. Brown NE, Cornelie NE, Theis 4, Jaiteh 4, Papagiannis 17. Coach: Spanoulis.
BARCELLONA: Satoransky 8, Brizuela 6, Punter 19, Anderson 16, Abrines 2, Parker 7, Parra 0, W. Hernangomez 16, Fall 10, Keita NE, Grujicic NE, Villar 0. Coach: Peñarroya.
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PANATHINAIKOS-ANADOLU EFES 75-67 (18-10, 41-30, 53-46, 75-67)
2/10 da 2, 2/6 da 3, 6 palle perse: sono sufficienti le cifre di squadra registrate dall'Efes al termine del primo quarto per definire la fatica causata dall'enorme pressione esercitata dal Panathinaikos - in tutti i sensi possibili, da quello cestistico a quello anatomico, coi 18900 di OAKA a rendere irrespirabile l'aria per gli uomini di Banchi. I primi 10' del Pana non sono particolarmente più lucidi, con un'unica e decisiva eccezione: nessuno tra i turchi è in grado di contenere Cedi Osman (12 punti, 5/5 al tiro nel 1Q), più grosso e più rapido di chiunque provi a mettersi tra il suo palleggio in transizione e il canestro.
Dal 12-10 del primo quarto, però, la luce negli occhi e nella pallacanestro dell'Efes pare spegnersi completamente: il 24-3 di parziale del Panathinaikos a cavallo delle due frazioni, con Hernangomez e Kendrick Nunn principali protagonisti, mostra il volto più fiacco e "pigro" mai visto dal gruppo di Banchi sin qui, come se l'avvicinamento alla gara decisiva abbia intorpidito i turchi - sarà stato l'effetto dei fuochi d'artificio fatti scoppiare dai tifosi ateniesi nella notte sotto l'hotel dell'Efes? Toccato il -23, l'Anadolu ha però un moto di orgoglio: la tripla sulla sirena di Shane Larkin riporta i suoi sul -11, un affare considerata la differenza di lucidità espressa per la maggior parte dei primi 20' - un dato, più esemplificativo degli altri: +20 Panathinaikos quando Wenyen Gabriel è stato in campo, -9 nei minuti in cui si sono dati il cambio Yurtseven e Pleiss (esordio nella serie per l'ex Trapani).
Se l'Efes aveva dato l'impressione di averla data per persa, il Panathinaikos comunica al rientro dagli spogliatoi la certezza di averla data per vinta: il 4° fallo di Gabriel con 6'35" sul cronometro del 3° quarto, il cambio di marcatura su Nunn (dalla staffetta Dozier-Larkin a Elijah Bryant) e la "saponetta" Yurtseven sui passaggi interni dei Greens rimettono in partita i turchi. Darius Thompson firma addirittura il -3 (47-44) ma, come in gara-3, il canestro più importante della gara lo realizza Dinos Mitoglou: schierato per la disperazione da unico lungo da Ataman, il greco ex Olimpia batte la sirena del 3° periodo con una tripla, rimettendo 3 possessi tra sé e l'Efes e scacciando i fantasmi che iniziavano ad aleggiare a OAKA.
Lo sforzo, fisico ma soprattutto mentale, compiuto dall'Efes per mantenersi a contatto presenta il conto nell'ultimo parziale: le stelle del Panathinaikos continuano a vivere una serata tutt'altro che lucida (Nunn conclude con 12 punti e 5 assist ma anche 12 errori al tiro e 4 palle perse), ma i turchi si avvicinano al massimo a -4 con la tripla di Larkin a 1'51" dal termine. Due canestri di Grant chiudono il discorso, ma è simbolico che i liberi finali siano realizzati da Cedi Osman. Fischiato da ex nelle gare a Istanbul, l'ala 30enne è sembrato l'unico a tradurre in positivo tutta la tensione che ha circondato la serie: la sua gara-5 recita 28 punti - career high, ritoccato per due volte in meno di una settimana dopo i 22 di gara-4 - (4/8 da 2, 4/7 da 3, 8/8 ai liberi), 8 rimbalzi, 7 falli subiti, 32 di valutazione. L'Efes ha avuto il miglior coach nella serie, il Panathinaikos ha avuto a turno i migliori giocatori: i Greens volano negli Emirati Arabi Uniti per vivere la seconda Final 4 consecutiva, incontrando ancora il Fenerbahce di Jasikevicius come primo ostacolo.
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TABELLINO
PANATHINAIKOS: Grant 11, L. Brown NE, Nunn 12, Sloukas 6, J. Hernangomez 3, Osman 28, Papapetrou NE, Mitoglou 5, Gabriel 8, Yurtseven 2, Kalaitzakis 0, Pleiss 0. Coach: Ataman.
EFES: Larkin 11, Thompson 7, Dozier 8, Ozdemiroglu 0, Bryant 16, Yilmaz 3, Nwora NE, Smits 7, Willis 1, Osmani 0, Poirier 6, Oturu 8. Coach: Banchi.
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