Il play anticipa la prossima trasferta: "Trapani ha tanto talento, gioca libera di testa e ha un gran pubblico. LeDay, Shields e Mirotic? Fantastici"
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Non era mai successo che Nico Mannion accumulasse 33 punti in 2 gare consecutive in LBA, dal suo arrivo all'EA7 Emporio Armani Milano, come nelle ultime vittorie biancorosse contro Cremona e Tortona. Quale miglior momento per fotografare le sensazioni della sua esperienza nel capoluogo lombardo, dopo le precedenti esperienze in Italia tra Virtus Bologna e Openjobmetis Varese, se non questo?
Il classe 2001 nato a Siena ha parlato alla Gazzetta dello Sport della sua evoluzione tecnica e tattica, in particolare rispetto ai mesi iniziali del 2024/25: "Ho in testa la difesa, è una priorità. Poi sto crescendo nell'essere più un all around playmaker: fare le chiamate giuste, segnare quando serve. Camminare sulla linea tra l'essere un realizzatore e un creatore. È una cosa che il gioco ti insegna, a capire dov'è quella linea. LeDay, Shields e Mirotic? Fin dal mio arrivo sono stati fantastici, pronti a darmi fiducia e a spronarmi. Volevano che giocassi libero, che fossi me stesso".
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L'obiettivo, se si accetta la proposta di una big come l'Olimpia, è inevitabilmente quello: "Scudetto? Non l'ho mai conquistato, mentre qui ne hanno vinti parecchi (31). A Milano si respira la storia e vuoi farne parte: senti il desiderio di riuscirci anche per chi l'ha fatto prima di te. Vorresti far parte di tutto questo, scrivere il tuo nome tra quelli che hanno fatto grandi cose. E penso che uno dei modi migliori per riuscirci sia vincere. Milano è un club speciale: sento che crescerò ancora, con l'esperienza. Sono entusiasta di continuare".
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Col fattore campo nel primo turno di playoff ancora a portata di mano, lo sguardo di Mannion si posa anche sulla strettissima attualità: "Stiamo lavorando sul giocare insieme per 40'. Ci aspetta una trasferta difficile (domenica 4 maggio, ore 18.15), e ne avremo altre nei playoff. Ci stiamo allenando con intensità, a ritmo partita, con fisicità. Trapani ha tanto talento, gioca libera di testa e ha un grande pubblico".
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Un passo indietro, anche per capire cosa non è andato nella stagione europea delle scarpette rosse: "Eurolega? Guardiamo le partite in tv, con un nodo allo stomaco. Non possiamo però stare fermi a rimuginare: è chiaro che avremmo voluto esserci, sappiamo che dobbiamo lavorare duro per riuscirci l'anno prossimo. Sapevo e credevo che potevo starci, già da un paio di anni, ma non avevo ancora trovato l'opportunità giusta (problemi di salute a Bologna, scarso minutaggio a Baskonia). Ora qui mi sento a mio agio, sento di aver trovato la pace, coi ragazzi, lo staff, i coach".
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Il suo arrivo a novembre da Varese, dietro pagamento di buyout all'Openjobmetis, ha comportato l'avallo di Ettore Messina, principale riferimento tecnico di Mannion dal primo allenamento a Milano: "La comunicazione tra noi è ottima, parliamo molto e sento che ha fiducia in me. È qualcosa che apprezzo tanto ed è ciò che mi dà la spinta per scendere in campo ed essere me stesso. Arrivo da situazioni in cui ero sempre in modalità attacco, per tutta la partita: sto imparando ad alleggerire un po' il piede sull'acceleratore, scegliere i momenti giusti".
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