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TENNIS

Pietrangeli non si arrende agli anni che passano: "Ho sconfitto il cancro, ma non la vecchiaia. Vorrei un giorno senza dolore"

Il capitolino ha parlato della sua quotidianità raccontando anche un episodio curioso: "Mi ha chiamato Mattarella, ma non capivo chi fosse"

11 Ago 2025 - 13:07
 © IPA

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Nicola Pietrangeli non si arrende nonostante la vita cerca di trovare ogni angolo per segnare il punto decisivo. Il fuoriclasse romano, a quasi novanta due anni, ha dovuto affrontare recentemente un ricovero in ospedale e la scomparsa del figlio, tuttavia continua a combattere e lo fa con la sua proverbiale sagacia. 

"Che ci sto a fare? Sono come una larva. Guardo la tv, c'è Netflix anche se io faccio casini col telecomando, mi impiccio. Dall'ospedale sono tornato che conosco tutte le televendite, le pubblicità. Anzi, posso dire che ormai la tv è un canale pubblicitario con qualche programma all'interno - ha spiegato Pietrangeli in un'intervista a Supertennis -. Vorrei un giorno senza dolore. Perché ho questo dolore fisso all'osso sacro che mi impedisce di muovermi. Le hanno provate tutte. E poi mi manca la peppa. Mi chiamano tutti i giorni, gli amici. Mi dicono che manca il quarto per giocare a carte. Ma mi manca il riposo, anche se tu dirai 'ma come, sei a letto…'. No, con questo dolore è permanente non c'è un attimo di riposo. Ho battuto il cancro, ma non la vecchiaia, come dicono i miei figli".

Benché l'età sia un nemico difficile da superare, Pietrangeli sa di poter avere il sostegno degli amici più cari e un estimatore di livello come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Sono stanco. Stanco. Sono stanco di essere stanco. Il mio futuro tra quindici giorni? Sarà uguale a oggi, non cambia niente. Non voglio fare il drammatico, ma aspetto… e mi sa che se piove non rimandiamo - ha aggiunto l'ex tennista romano -. Un episodio simpatico, in questo triste periodo? È stata una telefonata. Mi squilla il telefono, ma io in quel momento avevo una crisi di tosse. Alla fine rispondo, ma tossivo e non capivo bene le parole dell'interlocutore. Così continuavo a dire: 'ma chi sei? Chi sei?'. Perché dall'altra parte del telefono c'era una vocina gentile che quasi sussurrava. E alla fine ho sentito: 'Sono Sergio Mattarella…'. Che figuraccia, non ho smesso di scusarmi poi con la sua segretaria".