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TENNIS

"Se perdiamo, daranno la colpa a lui": la stampa italiana si scaglia contro Sinner dopo la rinuncia alla Coppa Davis

Numerosi giornalisti ed esperti si sono scagliati contro l'altoatesino dopo la decisione di saltare la Final Eight: "Il tris in azzurro conterebbe valori superiori alla conquista delle Finals"

di Redazione
21 Ott 2025 - 13:35

“Sinner, l’Italia ti ama e tu?” È questa la domanda che campeggia su La Stampa il giorno dopo la rinuncia dell'azzurro alla Final Eight di Coppa Davis. Un colpo che fa male al cuore dei tifosi azzurri che si attendevano l'appuntamento di Bologna per vedere il numero 2 al mondo operare dal vivo, con l'obiettivo di portare a casa l'Insalatiera per la terza volta consecutiva.

Come quasi fosse un tradimento, i supporters tricolori si sono scagliati contro il 24enne di Sesto Pusteria, reo di aver ceduto alla "stanchezza" per fare spazio ad altri appuntamenti extra-campo come la decisione di partecipare e vincere il Six Kings Slam, un torneo d'esibizione senza prestigio storico e senza punti ATP, ma che ha regalato all'altoatesino sei milioni di dollari.

Una scelta che non viene accolta da Massimo Gramellini che, nel suo consueto “Caffè” sul Corriere della Sera, ha attaccato Sinner paragonandolo al diretto avversario Carlos Alcaraz, presente in Coppa Davis nonostante una stagione estenuante. "Provo un morso di delusione. Forse la maglia azzurra è importate solo per i tennisti che sanno di non poter ambire ai grandi tornei. L’alibi della stanchezza può valere per Alcaraz (che comunque ci sarà) non per chi ha trascorso tutta la primavera ai box. L’unico Sinner che vedremo in tv sarà quello che cucina spaghetti e beve caffè negli spot ai cambi di campo altrui. Immagino che sappia di essersi messo in un bel guaio: se perdiamo la Davis, daranno la colpa a lui, mentre se la vinciamo smetterà di sembrare indispensabile”.

Diverso il discorso per Gianni Valenti de La Gazzetta dello Sport che chiede a Sinner di rivedere i propri piani, quasi a fargli percepire quanto perderà con la propria assenza: "Stavolta l’interesse personale del numero 2 del mondo viene pro della nazionale e del tricolore. Per qualsiasi sportivo la nazionale deve essere sempre la Nazionale, una meravigliosa entità superiore. Il tris in azzurro conterebbe valori superiori alla conquista delle Finals. Per questo speriamo vivamente che ci ripensi. Insomma, caro Jannik tra un match e l’altro fermati a riflettere. I grandi uomini sono anche quelli che sanno tornare indietro dopo una decisione che lascia davvero perplessi”.

Di opposto parere Adriano Panatta che sul Corriere della Sera ha mostrato sì comprensione per il calendario sempre più ingarbugliato, ma che non nasconde l'irritazione per la decisione di saltare un appuntamento così importante per una reazione intera: "Avrebbe senso giudicare gli avvenimenti di oggi, le persone, i loro comportamenti, con il metro di ieri? Io alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno della squadra l’avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della federazione, a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile. Ma non è mai successo. A me e a Paolo, a Corrado e Tonino, e prima di noi a Pietrangeli e a tutti gli altri, non sarebbe nemmeno passato per la mente. Ma la Davis era al centro dei nostri programmi, le altre scelte ruotavano intorno a essa. Oggi non è più così - ha aggiunto l'ex numero 4 al mondo -. Posso dire a Sinner che mi dispiace, che fossi stato in lui uno sforzo l’avrei fatto, che sarebbe stato utile anche per tirarsi fuori dalle polemiche che di sicuro prenderanno fuoco. Ma posso dargli torto quando viene a dirci che l’unica priorità è cominciare bene il 2026 e che una settimana di riposo o di lavoro, alla fine, fa la differenza? Il tennis odierno esige dai tennisti un atteggiamento di adesione completa, quasi di devozione. I giocatori sono i Ceo delle aziende che portano il loro nome. Sono come militari che devono preparare una missione".

In mezzo a tutto questo marasma, bisogna pensare effettivamente a come muoversi visto che l'Italia dovrà far a meno di Sinner, ma al tempo stesso dovrà puntare a vincere nuovamente il titolo. La squadra c'è e Paolo Bertolucci è pronto a scommettere su Lorenzo Musetti: "Senza di lui, la squadra italiana vale tanto e deve dimostrarlo. Non c’è più il cuscino di Sinner, il n.1 che ti spiana la strada - ha spiegato l'ex capitano di Coppa Davis a Sky Sport -. Abbiamo un giocatore in top-10, l’altro a ridosso della top-20 e poi ci sono Matteo Berrettini e un doppio di livello. Due/tre squadre possono vincere e l’Italia è tra queste. È molto importante responsabilizzare Musetti, Cobolli e Berrettini affinché riescano ad avere un livello molto alto. Sarà difficile, ma non impossibile“.