L'azzurro avrebbe rinunciato alla Final Eight in programma a Bologna a metà novembre per organizzare al meglio l'assalto alla vetta della classifica ATP
di Marco Cangelli"Abbiamo preso questa decisione perché la stagione, alla fine dell'anno, è piuttosto lunga e ho bisogno di una pausa extra per iniziare prima la preparazione". Jannik Sinner ha voluto chiudere così le polemiche sul rifiuto alla chiamata di Filippo Volandri in vista della Final Eight di Coppa Davis. Una maniera molto frettolosa, quasi fredda, come spesso ci ha insegnato, ma che lascia l'amaro in bocca a chi ancora crede nei valori romantici dello sport.
Una settimana in più sembrerebbe non cambiare la vita a un atleta tanto che Carlos Alcaraz non ha fatto una virgola quando è stato convocato dalla Spagna, eppure il numero 2 al mondo è stato sottoposto da un'infinità di pressioni nel corso di questa stagione, dalla squalifica di tre mesi per la positività al Clostebol al rimpianto Roland Garros passando per la vetta della classifica ATP persa a favore dello spagnolo.
Anche Sinner è umano, quindi una settimana in più di vacanza può anche essere concessa, ciò che fa storcere il naso che quella settimana cade proprio in occasione della Coppa Davis, una competizione sì storica, ma con sempre meno prestigio, soprattutto a livello di sponsor. E in un tennis dove i giocatori ragionano sempre più da professionisti e sempre meno come collettivo, sembra che l'interesse superiore sia un altro.
Se l'obiettivo fosse brillare nei prossimi mesi per riconquistare il numero 1 al mondo, forse sarebbe stato meglio fermarsi in vista del Six Kings Slam, rinunciare a una trasferta in Arabia Saudita che non porta punti e non giova a nessuno, ma al tempo stesso perdere l'opportunità di guadagnare sei milioni di dollari con sole tre partite giocate. Aggiungete una racchetta d'oro da duecentocinquantamila euro e capite che forse la decisione di saltare la Coppa Davis non riguarda la stanchezza, ma una serie di scelte legate all'individuo, a discapito di una nazione intera che lo sostiene come un eroe.
E che anche stavolta lo perdonerà perché, come già accaduto nel 2023 nella fase preliminare, basterà una vittoria per dimenticare tutto e cacciare sotto il tappeto polemiche e insulti. Ora pensiamo però al domani, al 2026 e al proseguo della carriera di Sinner. Prendendo per buone le sue parole, dietro la scelta di saltare la Coppa Davis vi sarebbe l'idea di guadagnare una settimana per prepararsi al meglio agli Australian Open che scatteranno a gennaio.
L'allievo di Darren Cahill e Simone Vagnozzi dovrà difendere i duemila punti portati in dote dalla vittoria d'inizio anno, anche per evitare di perdere ulteriore terreno da Alcaraz. Poi ci sarà una primavera da vivere a tutta per guadagnare quei punti persi per strada a causa della squalifica. E lì forse capiremo se Sinner ha preso la scelta giusta, ma nel frattempo il paese si sarà già dimenticato e lo avrà nuovamente perdonato per il "tradimento azzurro".