Il quotidiano inglese ha messo in luce tutte le difficoltà della squadra bianconera dopo la sconfitta patita con il Como
di RedazioneLa Juventus come il Manchester United. E' questo il forte paragone lanciato da The Times che sulle proprie pagine ha analizzato la situazione della squadra bianconera, reduce dalla sconfitta con il Como. Il match del Sinigaglia appare soltanto la goccia che fa traboccare un vaso traballante da troppo tempo e che rischia ancora una volta di avere come unico colpevole il suo allenatore, Igor Tudor.
A proposito di tecnici, il quotidiano inglese sottolinea come la scelta negli ultimi anni non sia stata propriamente oculata tanto che ci sono stati cinque cambi di panchina in altrettanti anni, una situazione simile a quella dei Red Devils: "Sono passati cinque anni da quando la Juventus ha vinto l’ultimo di quelli che sono stati nove scudetti consecutivi, sei da quando ha superato la fase a eliminazione diretta in Champions League. In quel periodo ci sono stati cinque allenatori diversi e l’attuale, Igor Tudor, nominato per sostituire l’esonerato Thiago Motta lo scorso marzo, sta affrontando apertamente il fatto di aver iniziato questa stagione con un bilancio inferiore a quello di Motta, arrivato 12 mesi fa. La prospettiva immediata è scoraggiante. La Juventus affronterà il Real Madrid mercoledì alla ricerca della prima vittoria europea della stagione, e nel fine settimana sarà in trasferta contro la Lazio - sottolinea The Times -. Che aspetto ha un club ‘finto’ di pesi massimi? Se si prende, ad esempio, il Manchester United come modello, allora la Juventus contemporanea regge il confronto: ha attraversato più cambi di gestione negli ultimi cinque anni rispetto allo United e ha lo stesso magro bottino di titoli nazionali: due, i due trionfi in Coppa Italia del 2021 e del 2024”.
L'altro tema importante è il mercato. Ora che le sirene del Fair Play Finanziario si fanno sentire anche dalle parti di Torino, qualcuno inizia a lamentarsi per i numerosi errori di valutazione e punta il dito su quello che è probabilmente l'ultimo abbaglio di una lunga serie, Dusan Vlahovic: "Questa non è più l’istituzione che, nel 2018, poteva sborsare più di un quarto di miliardo di euro tra il prezzo di trasferimento e lo stipendio previsto di Cristiano Ronaldo, per poi dare gradualmente l’impressione di essere in ostaggio e di non avere mai fine al riscatto. Ronaldo getta ancora un’ombra. E la Juventus continua a mancare tutti i suoi obiettivi. Quando investì 80 milioni di euro su Dusan Vlahovic nel 2022, poco dopo la partenza di Ronaldo, la Juventus si vantò di aver ingaggiato un attaccante da affiancare a Erling Haaland e Kylian Mbappé: 'I tre migliori attaccanti della loro generazione', disse un raggiante Max Allegri' - aggiunge il giornale britannico -. Dopo tre anni e due allenatori, Tudor ha imparato a considerare Vlahovic più utile quando entra dalla panchina per l’ultima mezz’ora, o anche meno, delle partite. E i due attaccanti centrali acquistati durante l’estate, Jonathan David dal Lille, e Loïs Openda dal Lipsia – finora un goal in due – sono dietro all’ex difensore del Newcastle United Lloyd Kelly nella lista dei marcatori della Juventus”.
Difficile dare una svolta in vista dei prossimi appuntamenti che vedranno i bianconeri affrontare il Real Madrid in Champions League e la Lazio in campionato. Qualora dovesse esserci anche un'inversione di marcia, per tornare agli "anni d'oro" servirebbe ridurre drasticamente la lista dei pareggi realizzati e rientrare in lotta per lo scudetto. E forse la maledizione Manchester United potrebbe terminare.