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TRAILRUNNING

Sfide personali, trailrunning e scialpinismo, un 2020 ... senza confini per l'alpino Magnini

Il record della Bormio-Stelvio è solo uno dei traguardi 2020 di Davide Magnini, toprunner di corsa in montagna e "azzurro" di scialpinismo

di Stefano Gatti
19 Giu 2020 - 14:41

L'assenza di competizioni ufficiali può trasformarsi da un grande complicazione in una preziosa opportunità. In attesa di rimettere il pettorale, gli atleti di punta degli sport outdoor  come il nostro Davide Magnini (portacolori del Centro Sportivo Esercito) tengono infatti vive le motivazioni dedicandosi a sfide personali ad altissima intensità. Senza perdere d'occhio il possibile ritorno alle gare nella seconda parte dell'anno ed il prossimo inverno. 

Davide, con l’arrivo dell’estate, per quanto riguarda la tua attività di trail e skyrunner stiamo entrando nel vivo di quella che normalmente sarebbe la stagione agonistica ma che in realtà l’emergenza sanitaria ha largamente compromesso. Come affronti la situazione anomala che si è venuta a creare?

Con l'interruzione del calendario di Coppa del mondo di scialpinismo prima e poi la cancellazione del circuito di gare di corsa in montagna, è mancata una buona parte della motivazione ... Durante il lockdown ho però cercato di tenermi in allenamento con rulli e tapis roulant in casa, sempre seguito a distanza da tecnici e allenatori del Centro Sportivo dell'Esercito. In seguito, quando siamo stati autorizzati a tornare a correre e sciare, mi sono dedicato alla preparazione per la corsa in montagna e ad alcune uscite un po’ più alpinistiche sulle vette attorno a casa. Inoltre ho deciso di riorganizzare il calendario che avevo inizialmente pianificato per dedicarmi a dei progetti personali diversi dal solito, che solitamente non riuscivo a mettere nel mirino perché ero assorbito dalla preparazione delle gare. 

Ecco, appunto, raccontaci come è nata l’idea del tentativo di record sul percorso stradale Bormio-Stelvio.

Fin da bambino il mondo del ciclismo mi ha sempre appassionato. Quello dei “grandi giri”, soprattutto. Ammiravo ed ammiro tuttora le imprese dei ciclisti sui passi alpini che circondano casa mia a Vermiglio (alta Val di Sole, in Trentino, ndr ): Gavia, Tonale, Mortirolo e soprattutto Stelvio. Anche se non ho praticato molta bici da strada in passato - perché non amo il traffico estivo sulle strade - mi sono sempre allenato con la mountain bike. Per questo, dopo il periodo di fermo a causa del coronavirus, mi mancavano le sensazioni che si provano in gara, come il sapore del sangue in bocca nello spingersi fino al proprio limite. E quale modo migliore per ritrovarle se non mettendomi alla prova su una salita leggendaria come quella dello Stelvio? Anche se, come ho detto, non ho un background di corsa su asfalto, negli ultimi due anni qualche allenamento simile lo avevo fatto ed ho voluto provare a cimentarmi - correndo a piedi - su questo terreno perché qui non ci sono ostacoli o difficoltà tecniche che possono ridurre il ritmo o distrarti: sei solo tu e lo sforzo che stai affrontando, si tratta di performance pura.

Raccontaci brevemente com'è andato il tuo tentativo. Fino a che punto del percorso ci hai creduto?

Nonostante l’incognita meteo, il tentativo stava andando bene. All’altezza della terza Casa Cantoniera i miei parziali erano in linea con il progetti di ritoccare il record (che il mezzofondista di Cles Giuliano Battocletti ha stabilito durante la Restelvio Mapei 2005 in un’ora, 31 minuti e 21 secondi, ndr). Nella parte alta del percorso però si è presentato un vento gelido contrario che mi ha messo i bastoni ... fra le gambe. Il freddo mi ha preso un po’ la pancia, non sono riuscito ad alimentarmi ed a bere. Con l’aria contro poi mantenere un buon ritmo è diventata dura. Ci ho comunque creduto fino alla fine ma dalla quarta Cantoniera in avanti mi sono conto che il ritmo era troppo basso e che non avevo più la forza per spingere.

Pensi di riprovarci a breve termine? Oppure adesso ti concentri su altri obiettivi?

Ho stoppato il cronometro sul tempo di 1h32’39”, vale a dire un minuto e 18 secondi sopra il tempo di Giuliano. Sapevo che il suo era un gran crono, molto difficile da battere, ma mi piacerebbe riprovarci con condizioni migliori e magari qualche allenamento mirato in più alle spalle. Riguardo al "timing" del prossimo tentativo non ti so ancora dire. Ora devo ricaricare un po’ la determinazione per affrontare i 41 tornanti del mitico Stelvio e, conoscendomi, meglio non programmare nulla e provarci quando me la sentirò!

Quest’anno la Golden Trail World Series By Salomon viene sostituita dall’inedito Golden Trail World Championship in programma tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre alle Isole Azzorre: un Mondialino in quattro tappe tiratissime consecutive. E’ il tuo obbiettivo principale per il 2020?

La nuova formula proposta da Salomon è veramente molto bella. Si presenteranno sicuramente gli atleti più forti al mondo in questa disciplina. Avevo programmato di seguire l’originale circuito GTWS per provare a confemare oppure migliorare il secondo posto finale dello scorso anno (alle spalle del fortissimo Kilian Jornet, del quale molti ritengono che Davide possa essere l’erede, ndr). Questo nuovo format però non si presta molto alle mie caratteristiche: correre quattro tappe tecniche e tirate una dietro l’altra sarà molto impegnativo sia a livello mentale che (soprattutto) fisico ed io non sono abituato a questo tipo di sollecitazioni. Inoltre la data dell’evento è abbastanza in là nella stagione, già a ridosso dell’inverno, in un periodo dell'anno che generalmente dedico alla preparazione per le gare di scialpinismo. Quindi è difficile affrontarlo come “main goal” del 2020, anche se cercherò di dare il mio meglio. 

Sei un esponente di punta del Centro Sportivo Esercito. Quali opportunità ti permette questo inquadramento nella tua attività sportiva?

Far parte della squadra di scialpinismo del Centro Sportivo Esercito (Davide è caporalmaggiore degli Alpini, ndr) mi permette di essere supportato nelle mie attività durante tutto l'anno, con tecnici ed esperti sempre disponibili ad aiutarmi per raggiungere i miei obiettivi. Avere come compagni di squadra gli atleti più forti al mondo in questa disciplina, mi offre la possibilità di condividere allenamenti ed esperienze, imparando il più possibile a diventare uno dei migliori. Inoltre, appartenendo a questo Corpo Militare, ho l’onore di rappresentare l’Italia, portando avanti la tradizione e i valori degli alpini che hanno contribuito a creare la nostra nazione.

Come si svolge la tua settimana-tipo, a livello pratico, di preparazione, in assenza di gare?

Sicuramente con l’assenza delle competizioni gli allenamenti sono più orientati a godersi  appieno ciò che la natura e soprattutto la montagna hanno da offrirci, senza badare troppo a tabelle rigide per inseguire un picco di forma mirato ad un evento in particolare. Poi ovviamente all’interno di ogni settimana cerco di inserire tutti gli aspetti della preparazione fisica per l’endurance, gli allenamenti lenti e lunghi, le progressioni che a me piacciono molto e ovviamente non può mancare anche la qualità. In tutto ciò alterno la corsa alla mountain bike ed a qualche uscita di skiroll o di scialpinismo in quota, quando ci sono le condizioni.

Sappiamo che nelle tue uscite in bici hai qualche volta compagni di viaggio “illustri”, come il tuo corregionale Maurizio Fondriest, iridato su strada nel 1988 a Renaix (in Belgio).

Maurizio Fondriest è una bella persona perché, nonostante sia uno dei personaggi più famosi del ciclismo italiano, è molto umile e disponibile. Ho avuto la fortuna di conoscerlo già da piccolo, quando seguivo mio papà nella gare di scialpinismo, alle quali Maurizio ha partecipato a fine carriera.  Per me è sempre stato una fonte d'ispirazione in quanto ha dimostrato che con impegno e determinazione si possono raggiungere i massimi obiettivi, rimanendo sempre semplici e sinceri. 

Oltre agli allenamenti, alle gare ed alle sfide come la Bormio-Stelvio, le tue giornate sono occupate da pubbliche relazioni ed impegni istituzionali, di rappresentanza e con gli sponsor ...

Sì, queste occasioni fanno parte della vita di un atleta professionista e sono comunque impegnative. Io cerco di dedicarvi una parte del mio tempo ogni giorno, intervallandole con gli allenamenti, in modo che non si accumulino tutti assieme. A volte però capita che per qualche progetto o evento le cose da fare e gestire siano molte e perciò in quelle occasioni diventa più difficile concentrarsi bene sugli allenamenti oppure sulle gare. E questo rende le giornate … abbastanza stressanti.

Per finire, cosa consigli a chi pratica le tue stesse attività sportive (ma anche solo a livello amatoriale) per “salvare” questa stagione anomala e mantenere un buon livello di forma fisica e mentale?

Il mio consiglio è quello di tenersi in forma con i mezzi e le attività di cui ciascuno di noi dispone (corsa, bici e rafforzamento a corpo libero), cercando di affrontare le sessioni di allenamento come un’opportunità per staccare dallo stress quotidiano e rigenerarsi senza pensare alle competizioni cancellate dall’emergenza sanitaria, concentrandosi invece pienamente sul momento. In questo modo anche la preparazione sarà più redditizia!

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