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DoloMyths Run: D-Day per Del Pero e Desco. Forconi e Rizzardi dagli Appennini alle Alpi

Vittorie di Costa e Falchetti nella prova d'ingresso della prestigiosa manifestazione di Canazei

di Stefano Gatti
15 Lug 2025 - 09:14
 © DoloMyths Ufficio Stampa

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(Con la collaborazione di Maurizio Torri - Sportdimontagna.com)

Un fine settimana "dolo...mitico ad altissima intensità sportiva, emozionale ma soprattutto operativa in egual misura per skyrunners e organizzatori in occasione della ventisettesima edizione di DoloMyths Run. Gli atleti in gara impegnati a gestire fatica e passione nelle tre gare in programma, lo staff di Canazei altrettanto "preso" a trovare le contromosse a condizioni meteo a tratti tutt'altro che ideali.

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Partiamo...dalla fine, dalla Skyrace che immancabilmente ha rappresentato il clou della manifestazione della Val di Fassa, nata alla fine degli anni Novanta del secolo scorso da un'idea di Diego Perathoner e Sergio Valentini. Il meteo a dir poco imbronciato ha impedito la messa in scena della prova nel suo tracciato integrale che - dopo il passaggio sul Passo Pordoi e nello stretto intaglio della Forcella Pordoi, prevedeva il GPM ai 3052 metri di vetta della piramide rocciosa del Piz Boé, per poi toccare l'omonimo rifugio. Discesa diretta invece (nel vero senso della parola) dalla Forcella lungo la Val Lasties, tagliando la parte più alta del percorso originale lungo una variante comunque molto impegnativa.

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Ne è uscita una traccia gara che ha "perso" per strada circa cinque chilometri (da 22 si è passati a 17) ma solo trecento metri di dislivello: 1500 circa quelli risaliti e poi ridiscesi dai 520 skyrunners che hanno completato la prova. È stata solo la seconda volta (in ventisette edizioni appunto) che la Skyrace è andata in scena in questo formato: era successo solo nella tredicesima edizione (2010), sette mesi dopo la scomparsa di uno dei due ideatori dell'evento (Perathoner) sotto ad una valanga in Val Lasties insieme ad altri tre compagni nel corso di un'uscita di soccorso il giorno di Santo Stefano del 2009. Come ha ricordato Diego Salvador (frontman del comitato organizzatore) "allora si era trattato di una coincidenza molto significativa, quasi un segnale".   

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Dopo una primissima fase di studio lungo le piste da sci appena sopra il centro abitato di Canazei, i favoriti per la vittoria si sono messi a dettare l’andatura, formando un quintetto inizialmente composto da Alex Oberbacher, Tiziano Moia, Federico Nicolini, Luca Del Pero e Stefano Gardener. Nei pressi di Passo Pordoi Moia ha deciso di provare ad attaccare, forte della sua predisposizione per le gare vertical, seguito da Nicolini, trentino di Molveno.

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Al rilevamento sul punto più alto della gara, ai 2829 metri di Forcella Pordoi, è transitato in testa dopo un'ora, due minuti e un secondo dallo start Moia (sfortunato protagonista della scorsa edizione, caduto ormai in vista del traguardo e della vittoria), seguito ad un manciata di secondi da Nicolini, quindi terzo a 36 secondi Del Pero, a 45 secondi Oberbacher e a 54 secondi il fiemmese Gardener. Come è spesso accaduto alla DoloMyths Run Skyrace, la discesa in Val Lasties ha rimescolato le carte, consentendo al brianzolo Del Pero, (in grande forma in questa stagione e leader delle Skyrunner World Series con tre vittorie in tre uscite) di agganciare prima Nicolini - reduce da una distorsione alla caviglia rimediata in allenamento e particolarmente prudente - quindi il fuggitivo Moia, poi da LDP distanziato nel tratto finale della Val Lasties, per tagliare il traguardo di Canazei con il tempo di un'ora, 36 minuti e 11 secondi.

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Argento di giornata per Moia con un ritardo di soli 11 secondi, quindi medaglia di bronzo al collo del gardenese Oberbacher, con un gap di un minuto e 32 secondi da Del Pero. Poi Nicolini a due e 11, Gardener a due e 34 e il primo straniero - l’austriaco Josef Bodner - a due e 37. Completano la top ten Lorenzo Rota Martir, Mattia Tanara, Simone Giolitti ed Elia Bongiovanni.

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In gara donne sfida tra esperienza e freschezza. Elisa Desco con la DoloMyths Run aveva un conto aperto. Dopo il secondo posto nel 2016 e i due terzi posti nel 2015 e 2024 la campionessa bormina del Team Scarpa è finalmente riuscita a sfatare il tabù e a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro. Transitata per prima a Forcella Pordoi con il tempo di un'ora e 17 secondi, l'esperta Elisa ha tenuto duro fino al traguardo, chiudendo a braccia alzate con un tempo di due soli secondi inferiore alle due ore di gara, trentasettesima della classifica generale. 

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Ritardo di due minuti e 31 secondi per la giovane Arianna Del Pino (compagna di vita di Tiziano Moia), già seconda alla Forcella Lagazuoi, quindi a cinque minuti e 51 secondi la lecchese Martina Bilora, capace di recuperare due posizioni nella discesa lungo la Val Lasties, superando Sara Nait del Team Aldo Moro ed Elisa Presa del Team Salomon, quarta e quinta nella generale.

Per quanto riguarda gli Under 23, i primi classificati sono stati Celeste Zanella del Team Salomon (dodicesima assoluta) e il compagno di squadra Simone Giolitti, nono assoluto.  

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Ad aprire la due giorni DoloMyths erano state il Fassa Trail sulla distanza della maratona e la veloce prova d'ingresso da dodici chilometri. Le due gare che hanno inaugurato il fine settimana della Val di Fassa sono state dominate da atleti nuovi rispetto al 2024 e in tre occasioni (tra uomini e donne) è stato stabilito un nuovo record. Prestazioni autoritarie per il maceratese Giacomo Forconi del Team Fessura, che ha concluso la maratona di 42 chilometri con il nuovo record di tre ore, 57 minuti e sei secondi e per la reggiana Camilla Rizzardi del Team Salomon, che ha invece raggiunto il traguardo quattro ore, 53 minuti e sei secondi dopo il segnale di partenza di Piazza Marconi a Canazei, "epicentro" della manifestazione fassana ormai tradizionalmente "targata" Salomon.

Nella prova "short" da dodici chilometri, il bellunese di Zoldo Isacco Costa ha chiuso la missione-vittoria con il tempo record di 57 minuti e due secondi, imitato al femminile dalla gardenese del Team Sportclub Merano Martina Falchetti in un'ora, nove minuti e 43 secondi. Record per entrambi, in campo maschile addirittura con i primi 6 classificati al di sotto del record precedente.

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La dinamica della maratona in quota della Val di Fassa, con i suoi 2150 metri di dislivello ha visto i favoriti della vigilia prendere subito la testa della corsa, cercando di gestire le energie nel primo tratto verso il lago della Fedaia, dove sono passati in testa in tre appaiati: Diego Angella del Team La Sportiva, Alessandro Riva del Team Salomon e Mattia Reggidori del Tryt Asd, con Giacomo Forconi quarto a 37 secondi un po’ in crisi per le basse temperature del primo mattino. Dopo la prima discesa il bresciano Angella è rovinosamente caduto, lasciando soli al comando il lecchese Riva e il romagnolo Reggidori, che hanno affrontato con un buon passo la salita del Padon.

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Da dietro è però rinvenuto Forconi, che con il rialzo delle temperature ha cambiato marcia e passo, tanto è vero che nel tratto nervoso e nella discesa verso il Lago del Pordoi il forte atleta marchigiano ha addirittura allungato sulla coppia di avversari. Al rilevamento al rifugio Belvedere Giacomo aveva 59 secondi sul romagnolo e un minuto e 10 secondi sul lecchese. A quasi quattro minuti è poi transitato Angella, ferito ad una mano e ad un ginocchio ma deciso a non mollare e anzi in recupero.

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Dopo il passaggio in località Lupo Bianco, nella salita verso Passo Sella, il bresciano si è preso addirittura la soddisfazione di agguantare e superare Riva e Reggidori, mentre Forconi ha proseguito nel proprio forcing, che lo ha visto transitare sull’ultima salita del Col Rodella con cinque minuti su Angella, sei su Christian Marini, sette e 43 su Reggidori, nove e 26 su Riva. Ci ha poi pensato l’impegnativa discesa dai 2484 metri di quota del Col Rodella ai 1465 metri di Canazei a rimescolare le carte per il terzo gradino del podio. Dietro al vincitore Forconi e ad Angella (secondo a sette minuti e 26 secondi) lo sprint per il bronzo se lo è aggiudicato Riva su Reggidori. Seguono in classifica Marini (un po' in difficoltà nella discesa) Lorenzo Buttazzoni, Luca Pescollderungg e Christian Modena.

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Assolo di Camilla Rizzardi in gara-donne. La giovane atleta reggiana ha dominato dal primo all’ultimo chilometro, capace di tenere un ritmo insostenibile da parte della concorrenza. Sul traguardo di Canazei Camilla ha chiuso con un tempo di quasi sette minuti dalla parte "giusta" del muro delle cinque ore di gara e quattordicesima della classifica generale. Secondo gradino del podio a nove minuti e 43 secondi per la vicentina Martina Dal Bosco, terzo per la norvegese Silje Skorve Skarpeid, capace di superare Elena Milesi nell’ascesa a Passo Sella.

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Unica prova della locandina DoloMyths con capolinea diverso da Canazei, la 12k si è rivelata una gara veloce a tutti gli effetti, con tanti record frantumati. Sul traguardo di Passo della Fedaia (sopra il Rifugio Cima Undici) si è imposto il veneto Isacco Costa col tempo di 57 minuti e cinque secondi, per un vantaggio di un minuto e 28 secondi sull’agordino Luca Cagnati. Terzo gradino del podio (a completare la tripletta Salomon) appannaggio del gardenese Samuel Demetz (vincitore della scorsa edizione) con un ritardo di quattro minuti e otto secondi che ha preceduto il beniamino local Mauro Rasom. In gara-donne prestazione record per Martina Falchetti da Ortisei con il tempo di un'ora, nove minuti e 43 secondi che le ha permesso di entrare (nona) nella top ten della classifica assoluta. Con lei sul podio nell'ordine la torinese Federica Panciera e la tedesca Marina Wierz.

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